Campagna italiana contro la proliferazione incontrollata dei satelliti artificiali

Il Forum Skylive lancia la campagna “No Tele-sats Proliferations” contro la diffusione incontrollata dei mini-satelliti per telecomunicazioni, chiediamo con forza alle istituzioni internazionali di emanare nuove normative per limitare sia il numero che la luminosità dei satelliti, ed inoltre di non arrecare interferenze ai radiotelescopi.

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Leroy Marlin a tutto IL

Inquinamento Luminoso, cos'é, effetti collaterali e non, come si combatte

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#1

Messaggio da serastrof »

Recentemente sono stato in un centro commerciale della catena in oggetto per degli acquisti domestici.

Passando davanti al reparto illuminotecnica, ho notato che vi era un'intera parete dedicata all'illuminazione da esterni.

Per farla breve, dando un rapido colpo d'occhio, nessuno degli articoli in vendita aveva la benché minima parvenza di essere a norma anti IL.

Eppure il centro commerciale in oggetto é gigantesco, é uno dei più famosi della Capitale e della Provincia, ed é stato costruito ed aperto quando già era in vigore la Legge regionale Lazio n. 23 del 2000, e soprattutto anche il suo Regolamento di Attuazione n. 8 del 2005.
Tali norme fissano dei limiti abbastanza soddisfacenti alle fonti d'illuminazione poste all'esterno di luoghi chiusi, cioé per strada, fuori di edifici e/o all'esterno di luoghi coperti.

Secondo la norma, in teoria ogni corpo illuminante "esterno" non deve emettere più di 0cd/klm (zero candele per Kilolumen) oltre i 95°.

Invece gli scaffali di ogni negozio che venda roba da illuminazione ancora (e siamo nel 2011) abbondano le sfere senza alcuna protezione, si continuano a proporre neon su parete senza nemmeno evidenziare che ci vorrebbe una scehrmatura sopra, si moltiplicano fari e lampioni "orientabili" tranquillamente fino alla verticale, e tante cosucce del genere...

Purtroppo la vendita (e la produzione) non é vietata, e tra l'altro la RAEE si paga sempre anticipatamente (chi ha mai rottamato correttamente un fanale od un lampioncino?).

Tutto ciò, nel più totale silenzio degli astrofili, che nemmeno nei propri blog personali, nei propri profili fb o nei siti internet delle proprie associazioni, inseriscono nemmeno una parola di analisi critica su 'ste cose o nemmeno tentano d' "orientare i consumatori" ad un consumo un minimo più attento e responsabile.

Ad esempio, ci vorrebbe una campagna di "boicottaggio" civile verso certi tipi di prodotti (non contro il venditore, però anche lui perché non sceglie i prodotti conformi?), o quantomeno una piccola azione dimostrativa, di presa di coscienza collettiva.

Il fatto é che manca il luogo comune degli astrofili, dove si elabori e mantenga questa consapevolezza, e qundi si rimane sempre singoli e sparpagliati, od al massimo raccolti intorno alla propria associazione.

Manca una coscienza comune, collettiva, unitaria, degli astrofili italiani.


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