Campagna italiana contro la proliferazione incontrollata dei satelliti artificiali

Il Forum Skylive lancia la campagna “No Tele-sats Proliferations” contro la diffusione incontrollata dei mini-satelliti per telecomunicazioni, chiediamo con forza alle istituzioni internazionali di emanare nuove normative per limitare sia il numero che la luminosità dei satelliti, ed inoltre di non arrecare interferenze ai radiotelescopi.

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Raddoppio di Fiumicino, IL a tutto spiano!

Inquinamento Luminoso, cos'é, effetti collaterali e non, come si combatte

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serastrof
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Raddoppio di Fiumicino, IL a tutto spiano!

#1

Messaggio da serastrof »

Il raddoppio dell'aeroporto di Fiumicino comporta - dal punto di vista astrofilo - un'ulteriore scatto d'accelerazione all'inquinamento luminoso della Capitale. Le piste diverranno 6 (attualmente sono 3) ed una nuova grandissima aerostazione, due volte e mezza l'attuale, si aggiungerà alla presente.

Ovvio che un'infrastruttura così pesante comporti centinaia di lampioni e torrifaro in più.

Tutto questo in una prospettiva di forte contrazione del mercato e di una descrescita della domanda di trasporto aereo nel lungo periodo.

L'area fra la città ed il mare é già fin troppo compromessa quanto ad illuminazione artificiale (oltre al riverbero onnipresente della città), per la presenza del polo petrolifero di Valle Galeria, della discarica di Malagrotta, l'inceneritore di Ponte Malnome (centrale fotovoltaica illuminata a giorno anche di notte per migliorarne la produttività), la Nuova Fiera di Roma, Commercity, una miriade incontrollata di capannoni e magazzini, il CIE- campo di concentramento di Muratella, i centri commerciali Caltagirone "Parco Leonardo" e "Da Vinci", l'autostrada per Fiumicino e la Roma-Civitavecchia, le cittadine della costa (Ostia, Fiumicino, Focene, Fregene) e soprattutto lui, il megaeroporto intercontinentale "Leonardo Da Vinci".
Ora, di raddoppiarlo non se ne sentiva proprio il bisogno. Tra l'altro, non si comprende come mai il progetto preveda 6 piste di atterraggio (ora sono due) ed una sola di decollo!!! Gli aerei che con 6 piste arriveranno a frotte, atterreranno solamente, senza ripartire? Già ora c'é un decollo ogni due minuti in media, e gli aerei in rullaggio rischiano perfino di scontrarsi, nella manovra di presa in possesso della linea di decollo!

Senza contare l'aumento esponenziale di inquinamento acustico ed atmosferico, in una zona fortemente abitata, ma anche costituita da vasti insediamenti agricoli, su cui ora si getta un'ombra altamente speculativa.

Questa vicenda nasconde infatti in realtà un vero e proprio assalto da parte di poteri forti ben individuati al territorio vergine del litorale.

Lo svela "Il Fatto Quotidiano", in quest'articolo del 27/12/12.

"Aeroporti di Roma, l’ultimo regalo del governo uscente al gruppo Benetton
Nel silenzio più assoluto, l’ultimo atto dell'esecutivo guidato da Mario Monti ha garantito ai poteri forti che gestiscono lo scalo di Fiumicino più tasse aeroportuali a carico dei passeggeri. Nel piano: il raddoppio delle piste, ma soprattutto una cascata di cemento sul litorale romano. Affare da 12 miliardi che conviene a molti

di Alessandro Ferrucci | 27 dicembre 2012

Venerdì sera, Mario Monti è oramai un presidente dimissionario. I membri del governo sono più impegnati a capire cosa faranno da grandi che a pensare alle ultime mosse da ministri. Eppure, in un clima da “tutti a casa”, l’esecutivo trova il tempo per dare il via libera all’aumento delle tariffe aeroportuali di Fiumicino, da 16 euro a passeggero a 26 e 50. Quindi, di conseguenza, dare l’avallo all’opera infrastrutturale più grande nella storia del nostro Paese: parliamo di 12 miliardi di euro (sì, sono dodici) per raddoppiare il Leonardo da Vinci. Tradotto: chi gestisce lo scalo romano e i suoi 36 milioni e oltre di “visitatori”, troverà nelle casse almeno 360 milioni di euro l’anno, con un fine concessione fissato al 2044. Soddisfatto il ministro dello Sviluppo economico e Infrastrutture, Corrado Passera, improvvisamente convinto il collega all’Economia, Vittorio Grilli, pubblicamente dubbioso fino a poche ore prima.

Facciamo un passo indietro. La società che gestisce lo scalo capitolino, l’Adr, presenta nel 2009 all’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) e al governo un piano di sviluppo per passare da 36 milioni di passeggeri a 70, poi 100. Quindi, a cascata, maggiori posti di lavoro diretti e indiretti, un ruolo centrale come hub del Mediterraneo e la possibilità di confrontarsi alla pari con Londra e Atlanta. Così dicono. Piccolo dettaglio: l’aeroporto londinese di Heathrow ha le stesse dimensioni di quelle attuali di Fiumicino, solo che lì hanno ottimizzato i tempi di atterraggio e decollo, senza spendere cifre del genere. Ma questo, pare, conti poco “anche perché lì non vivono un conflitto di interesse marcato come da noi”, spiegano dal comitato Fuoripista, l’unico che da anni si batte contro la cementificazione del Litorale.

Interessi, parola magica. Ben mille dei 1.300 ettari coinvolti nell’operazione sono della Maccarese Spa, la più grande azienda agricola d’Italia, interamente coltivata. La proprietà è della famiglia Benetton, lesta, nel 1998, ad acquistarla dall’Iri (società dello Stato) per 93 miliardi di lire “con l’impegno di mantenere la destinazione agricola e l’unitarietà del fondo”, come recita l’accordo. A meno di un esproprio. Proviamo l’equazione: la “Maccarese Spa” è di Benetton. Gemina possiede il 95 per cento di Adr. In Gemina c’è Benetton. Cai, quindi la nuova Alitalia, sta concentrando sulla Capitale quasi tutto il suo traffico aereo nazionale e internazionale.

I Benetton, dopo Air France, il gruppo Riva (i patron dell’Ilva di Taranto) e Banca Intesa, sono i quarti azionisti di Cai con l’8 e 85 per cento. Insomma, gli “united colors” rivenderebbero allo Stato, quello che dallo Stato hanno acquistato, per poi ottenere i finanziamenti utili a realizzare un qualcosa da loro gestito. E non parliamo di pochi euro. Secondo le tabelle nazionali, i Benetton dall’esproprio potrebbero incassare almeno 200 milioni di euro (20 euro al metro quadro), ai quali vanno aggiunti i danni riconosciuti in caso di strutture già presenti.

Ciò non ha loro impedito, dieci giorni fa, di comprare pagine e pagine di quotidiani per sollecitare il governo ad approvare l’aumento delle tariffe e a fare pressione sull’esecutivo come denuncia al Fatto Quotidiano Esterino Montino. Ma a ridere non è solo il gruppo trevigiano. A Roma il cemento è di casa, e uno dei protagonisti è Silvano Toti. Caso strano, quest’ultimo è anche il secondo azionista di Gemina con il 12,80. Non solo. Oltre all’aeroporto verranno realizzati palazzi, centri commerciali, varianti stradali. L’editore del Messaggero ha una quota piccola azionaria in Generali, il gruppo assicurativo ne ha una in Mediobanca. Il quotidiano capitolino è stato il giornale maggiormente attento alla vicenda. Un caso? Bene, tutta la storia era vincolata solo all’aumento delle tariffe, la conditio sine qua non posta dalle banche (in Gemina c’è anche Unicredit) per finanziare il progetto. Questo perché dal “contributo” dei passeggeri arriva il 50 per cento del totale, il resto i capitani del cemento lo otterranno dagli istituti bancari coinvolti."


gupise81
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#2

Messaggio da gupise81 »

come capita spesso, la domenica blob dedica la puntata alle giuste cause.

per chi non l'avesse vista

giordirezza
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#3

Messaggio da giordirezza »

Che schifo...
Alex86
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#4

Messaggio da Alex86 »

Vergognoso... Mangieremo cemento prima o poi.
checcuzzo
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#5

Messaggio da checcuzzo »

La maccarese un tempo era una delle aziende agricole piu grandi di Europa, l'hanno distrutta costruendo senza ritegno. A parco leonardo piu della metà delle case sono vuote invendute ma ancora si pensa a costruire. L'aereoporto di Fiumicino verrà ampliato per far mangiare i soliti ingordi di turno.
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serastrof
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#6

Messaggio da serastrof »

Messaggio inserito da Alex86

Vergognoso... Mangieremo cemento prima o poi.

No, non mangeremo affatto. La strategia in atto è: "dovete morire".
Alex86
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#7

Messaggio da Alex86 »

Messaggio inserito da serastrof
Messaggio inserito da Alex86

Vergognoso... Mangieremo cemento prima o poi.

No, non mangeremo affatto. La strategia in atto è: "dovete morire".







Chi sta dietro a certe decisioni pensa che gli effetti della devastazione ambientale non li riguarderà mai, ma prima o poi scopriranno che non è cosi... E sarà troppo tardi.
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