Campagna italiana contro la proliferazione incontrollata dei satelliti artificiali

Il Forum Skylive lancia la campagna “No Tele-sats Proliferations” contro la diffusione incontrollata dei mini-satelliti per telecomunicazioni, chiediamo con forza alle istituzioni internazionali di emanare nuove normative per limitare sia il numero che la luminosità dei satelliti, ed inoltre di non arrecare interferenze ai radiotelescopi.

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I Paraculi del Debito Pubblico

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serastrof
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I Paraculi del Debito Pubblico

#1

Messaggio da serastrof »

da http://www.contropiano.org/it/economia/ ... o-pubblico

09/08/12:

Il piano Amato-Bassanini sulla riduzione del debito pubblico prevede solo la svendita del patrimonio pubblico e le privatizzazioni delle quote pubbliche residue aziende statali e locali. Esclusa qualsiasi patrimoniale. Sui capitali esportati illegalmente le cifre diventano molto ma molto relative.


La proposta Amato-Bassanini per la riduzione in cinque anni del debito pubblico, firmata anche dagli economisti Giuseppe Bivona, Davide Ciferri, Paolo Guerrieri, Giorgio Macciotta, Rainer Masera, Marcello Messori, Stefano Micossi, Edoardo Reviglio e Maria Teresa Salvemini sotto l'egida del centro studi Astrid, oggi domina le prime pagine dei giornali padronali (Corriere della Sera, Sole 24 Ore).
Gli undici economisti mettono subito le mani avanti sui pericoli recessivi di una imposta patrimoniale.Nel merito, gli undici dell'Astrid propongono un intervento articolato in sei mosse che entro il 2017 dovrebbe dare un gettito ipotizzato in 178 miliardi:

a) cessione di immobili pubblici per circa 72 miliardi (di cui: 30 dalla cessione agli inquilini dell'edilizia residenziale pubblica; 16 dalla dismissione di immobili di enti previdenziali; 15 da immobili di Regioni ed enti locali; 6 da caserme e sedi delle Province da smantellare; 5 dal cosiddetto federalismo demaniale);

b) 30 miliardi potrebbero venire dalla capitalizzazione delle concessioni (le sole lotterie danno 1,6 miliardi l'anno). Gli autori glissano sul fatto che ad esempio i concessionari privati di giochi e scommesse sono già in debito con lo Stato per ben 98 miliardi;

c) 40 miliardi valgono le privatizzazioni delle quote residue dello Stato e degli enti locali in Eni, Enel, Finmeccanica, St Microelectronics ed ex municipalizzate quotate in borsa;

d) 15 miliardi potrebbero venire imponendo agli enti previdenziali degli ordini professionali di aumentare la quota dei loro investimenti in titoli di Stato di lungo periodo, oggi ferma al 10% del portafoglio investimenti;

e) 16-17 miliardi potrebbe essere il flusso nel quinquennio proveniente dalla tassazione dei capitali italiani depositati in Svizzera, previo accordo con il governo di Berna. Ma su questo – ed è il dato che fa la differenza – gli autori diventano più imprecisi. Infatti non sono in grado di garantire che l'eventuale tassazione dei capitali scudati trovi i capitali lì ad aspettarli invece di involarsi verso i paradisi fiscali;

f) 5 miliardi potrebbero venire da incentivi e disincentivi fiscali volti all'allungamento delle scadenze e alla riduzione del costo medio del debito pubblico.

Il progetto dell'Astrid punta molto sulla Cassa Depositi e Prestiti che già raccoglie 300 miliardi di risparmio privato attraverso il sistema postale e propone di fatto la sua privatizzazione. Pur non essendo una banca, la Cassa ha in deposito alla Bce i suoi effetti creditizi per 25 miliardi, destinati a finanziare per metà lo Stato e per metà l'economia. Decisiva dunque la privatizzazione delle partecipazioni residue del Tesoro, in società quotate e non quotate come le Poste, o degli enti locali nelle ex municipalizzate quotate e nelle 5.500 aziende municipali non quotate, 2.800 delle quali attive nei servizi pubblici locali.

Insomma quello di Amato-Bassanini e dell'Astrid non è un progetto di rientro o di ristrutturazione del debito pubblico ma una “paraculata” che si regge solo su dismissioni e svendita del patrimonio pubblico e privatizzazioni dei gioielli di famiglia sul piano industriale. Quando si arriva ai capitali e alla finanza entra nel regno della incertezza. I soldi vanno presi solo dal bancomat rappresentato dai beni pubblici mai dai capitali privati. Un atteggiamento questo che in dialetto romano viene definito come “paraculo”, a metà tra furbetto e ipocrita.


ettoreguido
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#2

Messaggio da ettoreguido »

Sera, se si vende tutto, si corre il serio rischio di vendere ad amici ed amici degli amici ma, senza crescita saremo punto e accapo!
Quello che serve è una seria Politica Energetica, Sociale, Economica, lasciando fuori da tutto questo la finanza che tanto male ha fatto e sta facendo.
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serastrof
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#3

Messaggio da serastrof »

Messaggio inserito da ettoreguido

lasciando fuori da tutto questo la finanza che tanto male ha fatto e sta facendo.
Mi pare che sia proprio la "finanza" ad essere al governo, in Italia, In Europa e nel resto del Mondo! In realtà é che manca attualmente qualsiasi "dinamica di classe". Quello che preoccupa non é chi ruba, sperpera e specula, bensì la totale assenza di reazione popolare!
Stefano De C.
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#4

Messaggio da Stefano De C. »

L'economia senza finanza non esisterebbe cmq, il punto è che la finanza ha fatto spesso le veci della politica
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serastrof
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#5

Messaggio da serastrof »

Messaggio inserito da Stefano De C.
la finanza ha fatto spesso le veci della politica
Non mi pare che a livello di "establishment", di "nomenklatura", la classe dominante abbia tutte queste divisioni così rigide. Fra loro, i ruoli ed i posti sono intercambiabili secondo opportunità.

Il problema é sempre quello della mancanza di una sana dialettica di classe, che crei contraltare alle scelte verticiste dell'elite aristocratica e miliardaria, costringendo a mediarle e ricostruirle secondo le esigenze reali della maggioranza.

E' il cuore della democrazia liberale, e che oggi manca nuovamente pressocché del tutto.

Non é una crisi finanziaria, é economica. Non manca lo spirito d'iniziativa, ma le risorse sono state drenate e fatte sparire, anziché redistribuite o soltanto fatte circolare.
Ad un'aristocrazia imperialista ed arraffona, a quel 10 per cento che detiene il 90% della ricchezza, manca il contrasto di una classe media strangolata e soffocata dal dragaggio delle risorse.

Svendere il patrimonio pubblico é un'ulteriore trasferimento di ossigeno da chi ne ha bisogno a chi non sa che farsene. Sarà una misura del tutto transitoria e di durata fulminea, poiché il fare cassa con tali svendite sarà immediatamente risucchiato dai "mercati", che lo sanno e non aspettano altro. Basterà una manovra speculativa di ribasso che lo spread rischizzerà a 1000 e si sarà mangiato subito il ricavato.

Con l'aggravante che non avrai più quella parte di patrimonio a garanzia dello Stato, della sua solvibilità e della tenuta dei suoi titoli.

E' un serpente che si morde la coda, e che ci avvicina pericolosamente al baratro del default, anziché allontanarcene.

Le regole di Maastricht ancora ci sono, anche se nessuno ne parla più. Vanno semplicemente disdettate, o pareggiato il saldo delle quote italiane di partecipazione europee, con minori versamenti del'Italia o maggiori erogazioni dell'Unione Europea. Il flusso di cassa di tali voci non é robettola, parliamo di centinaia di miliardi di Euro all'anno, altro che risanamento dell'ILVA (dove al quartiere di Taranto dove si muore di tumore come le mosche vanno solo otto milioni, ed alla famiglia Riva oltre 300 !!!!)

Ma stranamente né Monti né Berluska hanno mai chiesto nulla indietro, all'Europa, o minacciato di ridurre i propri versamenti. Chissà perché?

Ora, sic stantibus rebus, a me pare che la soluzione sia cambiare le regole del gioco, invertire la tendenza e consolidare il debito.

Un debito non creato da questa generazione, perché dovrebbe esser pagato da questa generazione? Non pagarlo più, congelarlo, rimandarlo, rinviarlo o cancellarlo del tutto.

Non dichiarare l'insolvenza, ma denunciare lo strozzinaggio dei poteri occulti internazionali contro i popoli sovrani. Come l'Islanda (che ha un debito procapite doppio dell'Italia, ma ha detto che non l'avrebbe più riconosciuto, o che sarebbe uscita dall'Europa. E che minaccia poteva mai essere, per quattro pescatori dei ghiacci? Eppure ha funzionato!) e l'Argentina.

L'Argentina, quella dei bond spazzatura, in meno di dieci anni si é risollevata da sola semplicemente dicendo che il denaro pubblico ora serviva a sostenere la gente e non a pagare debiti non suoi. E ce l'ha fatta, ripartendo le risorse e incentivando l'azione dal basso. Se non si deprime la quotidianità, i consumi si mantengono e si sviluppano, possono esser nuovamente orientati e "fare mercato". Senza comunismo, ha fatto scelte sensate e piene di civismo, ed egualitarismo. Ha fatto ciò che andava fatto, non con egoismo di massa o macelleria sociale, ma con giustizia e solidarietà.

Non pagare più il debito significa anche riappropiarsi della sovranità nazionale, alla quale ormai sembrano tutti voler rinunciare. Chi é quella fantomatica Europa, che non ha un governo eletto ma solo un parlamento di splendidi imbecilli? Chi nomina l'Unione, la Commissione, le Banche centrali, la Troika? Qualcuno ha forse eletto costoro? Sono semplici emanazioni di centri d'interesse, manager nominati al chiuso di segrete stanze d'imprese multinazionali, frutto nemmeno di accordi ma solo di rapporti di forza, economici e finanziari, quindi militari.

Mi pare inoltre non solo sintomatico, ma perfettamente in linea con le vere intenzioni, il fatto che l'Europa, a dieci anni dall'Euro (e si sono ben guardati dal farlo ricordare alla gente, 'sto decennale) sia ancora solo un'Unione monetaria. Vi ricordate il referendum di Prodi per "entrare in Europa"? Ci siamo forse entrati? Dove? Dov'é che dovevamo entrare? Perché in tutti questi anni in cui ci hanno scaciottato fino alla morte co' 'sta parola, Europa, nessuno, ma proprio nessuno ha mai parlato di "Stati Uniti d'Europa", che avrebbero dato uguali diritti ed uguali doveri a tutti i 700 milioni di "europei"? Ci hanno scaciottato fino alla morte co' leggi elettorali, sistemi maggioritari, nominalismi e personalismi, elezioni dirette di sindaci, presidenti e capi di governo, ma non abbiamo mai votato per il vero governo, quello dell'economia, che non si trova né in Italia, né in Spagna e nemmeno in Grecia.

E come avrebbero potuto "concederlo", se non c'era nessun "movimento", nessuna "classe" diffusa e numericamente importante, a rivendicarlo ed a strapparglielo dalle mani?
Stefano De C.
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#6

Messaggio da Stefano De C. »

No, solo che parte del patrimonio pubblico andava venduta prima, non ora che sei costretto a svendere e che quindi ricavi di meno.
Non sono d'accrdo con la tua visione, delle caserme inutilizzate per esempio ovvio che le vendo e ne faccio a meno, e di esempi così ce ne sono a decine.
Poi l'Italia non è l'Argentina del 2001, la sua soluzione non è applicabile all'Italia o alla Spagna.
La sovranità presunta? Non la volgio se è quella che è stata usata per creare debiti a gogò negli anni 70 e 80.
Gli Stati Uniti d'Europa prima o poi arriveranno per forza
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serastrof
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#7

Messaggio da serastrof »

http://www.gruppolaico.it/category/pensieri-urgenti/

Pensiero Urgente n°139)

Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto. A questo patto l’umanità potrà dire di aver avuto in questo secolo un progresso morale parallelo e proporzionale al suo progresso tecnico.

don Lorenzo Milani, Lettera ai giudici, 1965


Pensiero Urgente n°138)

La questione dei beni comuni è la cartina di tornasole dello stato di salute di una demo­crazia. Dove non c’è altra legge al di fuori di quella del mercato non c’è posto per i beni comuni, quei beni condivisi che appartengono all’u­manità. (…) L’idea neoliberista che il mo­vente essenziale dell’essere umano sia solo quello di massimizzare pia­ceri, comfort e proprietà, in una pa­rola utilità, è ideologia pura, con­traddetta dai fatti. L’ homo non è solo oeconomicus e le relazioni tra in­dividui non sono solo mercantili. (…) Oggi una delle reazioni alle di­seguaglianze economiche è pro­prio quella di scambi gratuiti e di servizi pubblici. Ma solo la costru­zione di una nuova etica può ren­dere possibile la società del Convi­vialismo. Una passione quasi reli­giosa, uno slancio delle coscienze come quelli che stavano dietro la nascita del liberalismo o del socialismo. Senza sogni collettivi e grandi ideali il nuovo non avanza.

Alain Caillé, fondatore, assieme a Serge Latouche, del MAUSS, il movimento antiutilitarista

Allegato: Immagine
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