Per quello che so, la "macchina di Anticitera" (AndiKythìra) ed il suo "inventore", in passato hanno rappresentato un problema aperto per la storia della scienza: in teoria in quell'epoca ed in quel bacino culturale non si possedevano tecnologie e capacità così avanzate e perfezionate, poichè esse sembrano esser apparse in Europa solo molti secoli dopo, ovvero nel Medioevo, con gli orologi del Tredicesimo secolo. Ciò ha spesso alimentato una sopravvalutazione del fatto, ad opera della cd "archeologia misteriosa", che ha sempre considerato quell'astrolabio un "OOPart", cioè un "Out Of Places artifacts", i "manufatti fuori dal tempo".
Al riguardo, se n'è occupato anche il CICAP:
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100259
Oggi la comunità scientifica "ufficiale" sembra allineata su una datazione ancora più vecchia, risalente cioè al 150-100 a.c., ed ad un coinvolgimento, nella sua progettazione, del
siracusano Archimede o di Ipparco di Rodi. Visitando l'isola di Rodi qualche anno fa, infatti, ricordo una lodevole e sorprendentemente avanzata iniziativa culturale del locale museo, che presentò numerose ricostruzioni (fisiche e multimediali) di macchine astronomiche di tale antico scienziato, fra cui anche un'ipotesi ricostruttiva della "macchina di Anticitera", che ovviamente costituiva un vanto nazionale.
(Sono stato a Khityra, il cui particolare microclima è favorevole ad un ottimo seeing, e la sua orografia dona visuale a 360°, completo di vedute su interessanti porzioni dell'emisfero australe. Grazie a tale isola ho vissuto le mie più istruttive e feconde nottate osservative, con solo un binocolo, un libro ed una cartina del cielo, quando ancora non conoscevo nemmeno come trovare la Polare.... Ricordo di numerose ville e seconde case da villeggiatura di greci continentali con il telescopio in giardino.... La macchina di Anticitera è stata ritrovata sui fondali dell'isolotto satellite di Khithira... Significherà qualcosa?).
Leggendo qualche anno fa circa la storia di Ipazia di Alessandria, e del suo feroce assassinio integralista "cristiano", ho trovato tracce di una teoria eliocentrica che sarebbe stata sviluppata fin dal III secolo A.C. da Aristarco di Samo (Samos, la quale, come Rodi, è più vicina alla Turchia che alla Grecia...), andate distrutte nei duplici incendi della famosa "Biblioteca di Alessandria d'Egitto" del 48 a.c. ad opera di Giulio Cesare e del 415 d.C. (quest'ultima data è incerta) in seguito alla repressione cristiana sui pagani ellenistici iniziata con l'Editto di Teodosio I del 391 d.C.
L'integralismo oscurantista della "nuova" religione di stato, il Cristianesimo, decretata dall'ultimo Imperatore di un impero ancora unito (il fatto che fosse stata imposta come tale erroneamente è attribuito dai più a Costantino, il quale si limitò a comprenderne e farne propri i potenziali poteri di controllo sociale), fu così imbalsamata a stampella dello "statu quo" e depurata di ogni carica "rivoluzionaria", intesa sia come mutazione delle coscienze e dei comportamenti, che per gli ovvi riflessi sugli equilibri fra le classi.
La cultura "pagana", laica e tollerante proprio perchè libertariamente politeista (credi pure nel dio che ti pare, ma lasciami credere nel mio. Vivi e lascia vivere, potremmo dire oggi), aveva fino ad allora sviluppato un pensiero ed una pratica scientifica imperniata sull'osservazione degli eventi naturali e dei fenomeni fisici scevra da imposizioni fideistiche ed assiomatiche, derivanti da verità assolute e "rivelate" assolutamente al di fuori dell'umana comprensione e del controllo "auto-nomo", e si era dedicata a comprenderne la natura ed i rapporti fra le forze in gioco.
Questo fu il senso di quel mirabile periodo di sviluppo di scienza e cultura che fu l'Ellenismo. Periodo di conquiste e di progresso effettivo, e che sarà sorpassato prepotentemente solo da quanto si avrà in Estremo Oriente (Cina) più o meno a partire dall'anno mille (stando a quanto si è finora conosciuto di quella straordinaria cultura)
A tale periodo, invece, in Europa e dintorni, seguì la lunga notte della ragione, dei "secoli bui", del declino e dell'Oscurantismo: i protagonisti di quella scienza uccisi e trucidati, il loro lavoro livorosamente disperso e distrutto, ogni traccia e testimonianza delle loro opere, dei loro studi e di tante mirabili intuizioni che forse avrebbero risparmiato 1200 anni di arretratezza, sofferenze, atrocità e miserie al Globo intero, finirono nel nulla.
Ecco, questo forse è il maggior interrogativo che continua oggi a lanciarci quel meccanismo affascinante e così "out of places".
Comunque: la Macchina di Anticitera rimane indubitabilmente un mirabile esempio di meccanica applicata all'astronomia. Scrive infatti
GalileoNet:
"rimane l'importanza di questo straordinario reperto: che costringe a rivedere al rialzo le più comuni nozioni sulle conoscenze scientifiche e tecnologiche dell'antica Grecia, e mostra come la storia del sapere non proceda sempre in linea retta. Serviranno infatti secoli prima che meccanismi di questa complessità ricompaiano nella storia occidentale. La competenza tecnica che permise di realizzare il meccanismo di Anticitera si perse dopo l'epoca ellenistica, e dovette essere riscoperta quasi da zero dopo il Medioevo."