Campagna italiana contro la proliferazione incontrollata dei satelliti artificiali

Il Forum Skylive lancia la campagna “No Tele-sats Proliferations” contro la diffusione incontrollata dei mini-satelliti per telecomunicazioni, chiediamo con forza alle istituzioni internazionali di emanare nuove normative per limitare sia il numero che la luminosità dei satelliti, ed inoltre di non arrecare interferenze ai radiotelescopi.

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Il 2015 anno più caldo dal 1880. Ma il futuro sarà rovente

Meteo e clima, ecosistemi e geoscienze: tutto cio che sta sopra, dentro ed intorno a Gaia

Moderatore: Stefano De C.

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serastrof
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Il 2015 anno più caldo dal 1880. Ma il futuro sarà rovente

#1

Messaggio da serastrof »

La notizia é di oltre un mese fa, ed era stata ampiamente già "lanciata" ripetutamente dai media nel corso dell'anno, ma il fatto che sia stata confermata é pur sempre rilevante.

Il 2015 é stato l'anno più caldo dal 1880, cioé da che si rilevano in maniera sistematica e soprattutto si conservano i dati meteoclimatici di tutto il mondo.

In precedenza, l'anno più caldo era stato il 2014, cioé appunto l'anno precedente... Cosa significa? Che anche il 2016 surclasserà questo temibile record?
(Considerando che siamo nei cd "giorni della merla", ovvero in quello che nella tradizione orale passa per il momento più freddo dell'anno... Dobbiamo attenderci improvvisi colpi di coda a breve?
Quale dissesto nelle "ordinarie" fasi cicliche sembra essersi innestato? Il regolare andamento delle stagioni é visibilmente alterato.

La conferenza mondiale "COP21"del mese scorso ha fatto clamore, ma calato il sipario e spenti i riflettori del teatro mediatico, tutti a bruciare come prima e più di prima, tanto il prezzo del petrolio é in forte discesa.
Quest'ultimo - tra l'altro - va denunciato anche perché é oggi usato come arma bianca di quella guerra mondiale attenuata e diffusa, innescata in più scenari afro-mediorientali a partire dalla prima guerra anglo-americana dell'IRAQ del 1991.

E comunque le conclusioni del COP21 non sono state certo rivoluzionarie:
http://www.ilcambiamento.it/clima/cop21 ... clima.html



Cosa fare? Tante, tante, davvero tante piccole cose ciascuno di noi.

La prima però dev'esser sicuramente:
non restare inerti ad aspettarne le conseguenze, ancor più imprevedibili ma già oggi in atto, e per le quali i ns. figli ed i ns. nipoti ci malediranno in eterno.

http://www.ilcambiamento.it/clima/cop21 ... clima.html


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Stefano De C.
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Re: 2015 anno più caldo dal 1880. Ma il futuro sarà rovente

#2

Messaggio da Stefano De C. »

Però cmq, la si mette troppo sul catastrofico, i cambiamenti climatici non sono irrversibili, ci sono sempre stati, ora verso il freddo, ora verso il caldo.
Non si può sapere esattamente tra 300 anni come sarà davvero il clima.
Il petrolio inoltre tra 60-70 anni sarà quasi esaurito
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elettrorider
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Re: 2015 anno più caldo dal 1880. Ma il futuro sarà rovente

#3

Messaggio da elettrorider »

Ho sempre pensato quanto afferma Stefano, abbiamo sicuramente alterato la natura e dobbiamo giustamente fare un passo indietro...però se nel 1880 c'era già stato questo caldo fuori norma, a cosa era dovuto all'epoca? Non certo all'inquinamento....
Stefano Focosi.
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Starlight Lodestar
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serastrof
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Re: 2015 anno più caldo dal 1880. Ma il futuro sarà rovente

#4

Messaggio da serastrof »

Il 1880 é solo l'anno da cui si registrano le medie meteoclimatiche, a livello internazionale.

La seconda metà dell'800 é stata caratterizzata da decenni di sviluppo industriale e tecnologico, derivanti dal fervore scientifico-culturale del "secolo dei lumi". In quegli anni di sviluppo industriale accelerato, in tutte le nazioni cd "avanzate" si costituirono degli osservatori meteo, per lo più legati alle necessità dell'agricoltura, dell'idrografia, della navigazione e dell'industria.

In Europa Centrale, lo ZAMG di Vienna creò l'HISTALP, per monitorare la GAR, Grande Regione Alpina.
Anche in Italia, a tale spirito pervasivo del pensiero scientifico europeo corrispose l'inizio della sistematizzazione ed istituzionalizzazione della raccolta dati meteoclimatici da parte dei pochi centri scientifici di allora.

Il primo ente meteorologico governativo italiano fu costituito alla fine degli anni '70 del 1800. Infatti, con il Regio Decreto n. 3534 del 26 novembre 1876, fu istituito un Consiglio Direttivo e un Ufficio Centrale di Meteorologia, che ebbe sede - come tuttora - nel già famoso ed autorevole Osservatorio (allora anche astronomico) del Collegio Romano, in via del Caravita, nel centro storico di Roma (a pochi passi dall'allora sede dell'Università La Sapienza, il complesso ex monastico di S.Ivo detto appunto alla Sapienza). Da quell'ancestrale centro ricerche trae origine, pur con tutti i cambiamenti di nome e di organizzazione avvenuti in 120 anni di attività, l’attuale "Ufficio Centrale di Ecologia Agraria" del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

Ricordo che il 27 agosto del 1883 segnò una svolta nel clima del pianeta: in Indonesia, sull'isola di Rataka, dopo molte avvisaglie dei mesi precedenti, esplose in maniera sconvolgente il vulcano Krakatoa, che sprigionò un'energia pari a 5000 megatoni (più di tre volte quella della Bomba Zar) e che provocò quello che presumibilmente fu il rumore più forte mai udito sul pianeta in epoca storica, un boato che sarebbe stato avvertito a quasi cinquemila km di distanza.
L'esplosione ridusse in cenere l'isola sulla quale sorgeva il vulcano e scatenò un'onda di maremoto alta 40 metri che correva alla velocità di 300 km/h.

Per mesi ed anni i prodotti dell'esplosione vulcanica influenzarono il clima di tutto il pianeta. A causa delle particelle di cenere emesse nell'aria, la Luna mantenne per anni un colore bluastro. Inoltre la temperatura media terrestre si abbassò ed il livello medio dell'acqua dei mari si alterò dall'epicentro fino al canale della Manica. L'eruzione generò tramonti spettacolari in tutto il mondo per diversi mesi successivi, a causa del fatto che la luce solare si rifletteva sulle particelle di polvere sospese nell'aria, eruttate dal vulcano nell'atmosfera.

Tutto ciò, solo per dire come mai risale a quei decenni la "nascita" della climatologia, seppure sia possibile ritrovarne radici importanti anche in passato.

L'argomento della ciclicità alternante delle fasi suppostamente "naturali" non esime dalla responsabilità di governare le attività umane, di osservarne gli effetti, e comunque di verificarne le conseguenze e introdurre correttivi. Che se non ci saranno porteranno in breve all'invivibilità dell'intero ecosistema.

Sapete bene come la ripresa delle esplorazioni spaziali negli ultimi anni sia stata - velatamente ma con qualche ammissione "ufficiale" - motivata dalla necessità di trovare un altro mondo abitabile dove far proseguire la nostra specie. La stessa ISS fra i suoi scopi ha quello di fare da base intermedia e laboratorio di sperimentazione della vita al di fuori del Pianeta, come primo hub per una base umana sulla Luna, o su altro corpo accessibile.

Il primo problema al riguardo non é tanto di portare sul sito prescelto uomini, mezzi e tecnologia necessari alla sua costruzione quanto piuttosto, una volta realizzata, metterla in condizione di perdurare in autonomia, cioé senza continue necessità di alimentazione da Terra, fino al suo eventuale completo distacco dal pianeta madre.

In questo senso il problema principale é la ri-creazione di un'atmosfera respirabile. E ciò si può ottenere - su scala, senza necessità di continui apporti chimico-fisici ed energetici - solo ricostruendo un ecosistema in equilibrio ed autosostentantesi, la cui "conditio sine qua non" é la sviluppo di una necessaria dose di substrato vegetale sufficiente ad innescare l'autosostentamento della produzione di atmosfera respirabile. E non é cosa facile: attualmente un buon substrato naturale si forma nel corso di decine di anni, se non secoli.

Siamo una civiltà al declino, nonostante tutto. Soprattutto la razza bianca é in via d'estinzione, e ciò determinerà un notevole riassetto degli equilibri mondiali, con scontri dolorosi fra "civiltà", di cui quelle attuali sono solo degli assaggi. Le sempre più intense crisi climatiche e collassi ambientali di vaste aree geografiche hanno determinato e determineranno ancora - alla lunga - migrazioni di grandi masse di uomini e popoli alla ricerca di territori più stabili e vivibili. Poiché aumenta la desertificazione, ed i ghiacci polari si vanno ritirando senza ricostituirsi, l'incremento di vapore e di calore genera di converso punte estreme del suo contrario, con condensazioni improvvise di accumuli nuvolosi ad alta energia, che concentreranno in aree ristrette ed in pochissimo tempo bombe d'acqua monsoniche, distruttive e torrenziali, che contribuiranno a dilavare i terreni dai nutrienti e quindi maggiore desertificazione. Celle convettive impazzite richiameranno dagli spazi extratmosferici repentine ricadute di colonne di gelo estremo, che s'abbatteranno su zone ritenute stabili e temperate.

La stessa fascia temperata si sta restringendo, e con essa le riserve alimentari mondiali.

Anche le riserve minerali necessarie alla produzione energetica ed all'industria come rame, ferro, zinco e nichel non sono infinite, ma anzi molto limitate. (La crosta terrestre é solo una sottilissima sfoglia sopra il resto del globo "terracqueo", ed é per lo più ricoperta dagli oceani, il che rende più difficile l'estrazione minerale). La quale finora si é limitata necessariamente alle sole terre emerse.
Tali riserve minerali accessibili sono anch'esse state già largamente consumate, siamo intorno al 80-85%.

Tutto ciò, per dire che che non é per filosofia o per amor delle povere balene che s'impone un radicale cambiamento, a livello planetario, dei comportamenti di massa, degli stili di vita e della cd "civiltà". Che tra l'altro sono estremamente squilibrati e differenti fra un'area e l'altra, fra un sistema economico ed un altro, fra una popolazione ed un'altra: c'é chi consuma e corrode il pianeta a grado 1000 - solo il 7% della popolazione mondiale - contro tutto il resto della specie umana (il 93% dei bipedi "sapientes"!), che lo fa in misura variabile fra 0,1 e 100.

La pressione antropica sull'ecosistema é diventata insostenibile dallo stesso. Nel 2015 ad agosto avevamo già consumato - in termini globali - quanto necessario all'ecosistema per autosostenersi e sopportarci, per sopperire all'alterazione dei suoi equilibri apportati dalle attività umane. Quali conseguenze, se non estreme, da tutto ciò?

Stefani entrambi, avete ragione entrambi: l'imprevedibilità della reazione (che sia "di rimbalzo" o meno poco conta) e dei meccanismi che si verranno ad innescare sono l'unica cosa certa e scientificamente legittima. Cosi come certi sono gli effetti sotto gli occhi di tutti, e le conseguenze già in atto.
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