Campagna italiana contro la proliferazione incontrollata dei satelliti artificiali

Il Forum Skylive lancia la campagna “No Tele-sats Proliferations” contro la diffusione incontrollata dei mini-satelliti per telecomunicazioni, chiediamo con forza alle istituzioni internazionali di emanare nuove normative per limitare sia il numero che la luminosità dei satelliti, ed inoltre di non arrecare interferenze ai radiotelescopi.

FIRMA LA PETIZIONE!

https://www.change.org/p/president-of-t ... liferation

Aiutaci anche tu a proteggere il cielo stellato!

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Consiglio per un esposto.

Inquinamento Luminoso, cos'é, effetti collaterali e non, come si combatte

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GALASSIA60
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Consiglio per un esposto.

#1

Messaggio da GALASSIA60 »

Sono intenzionato a fare un esposto al sindaco della mia città per quanto riguarda l'inquinamento luminoso dovuto alla luce dei lampioni, della via, secondo me non a norma. Uno di questi posizionato proprio davanti alla mia abitazione, a parte i problemi legati alla ns. passione astronomica, riversa luce indesiderata sulla mia proprietà. Questo soprattutto in estate, quando il caldo ci invita ad aprire le finestre anche di notte, diventa un problema, in quanto il lampione illumina a giorno la ns. camera da letto. Secondo Voi ci sono le condizioni per fare un esposto ? Potreste gentilmente illustrarmi una bozza di esposto e come inoltrarla ? Spero che la ns. battaglia possa portarci a dei risultati concreti. CIELI BUI

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serastrof
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#2

Messaggio da serastrof »

Allora: in attesa di un auspicabile intervento di CieloBuio, neoutente del Forum, e di voci storiche dell'antinquinamento luminoso toscane, ti esprimo il mio umile giudizio.

II principale (praticamente l'unico) punto di forza che hai é dato dall'armatura non "full cut off", a causa della calotta diffusore.

Come sicuramente avrai già letto in questa sezione (se non l'hai fatto, torna indietro alle discussioni in rilievo all'inizio di sezione e prendi particolarmente nota di "Lampione buono, lampione cattivo"), il concetto di base delle normative regionali contro l'IL é quello che la sorgente non deve emanare il suo flusso luminoso oltre l'orizzontale, ovvero non oltre il piano ove si trova la sorgente medesima.

Ciò si realizza con un lampione la cui armatura é posta sostanzialmente in orizzontale (ed il tuo lampione ci starebbe), con lampada "recessa" (ovvero che sta tutta dentro l'armatura e non vi sporge fuori sotto, ed anche qui il tuo lampione ci rientrerebbe) e vetro di chiusura piano (i migliori sono polarizzati, per direzionare il flusso verso il basso), che invece il tuo lampione non ha.

Il vetro di chiusura piano ha diversi vantaggi rispetto alle calotte di diffusione, primo fra tutti quello di farsi attraversare "dritto per dritto" dal fascio d'energia senza introdurre fenomeni di diffrazione, che comportano lo sfuggire di parte del flusso luminoso un po' in tutte le direzioni (quindi anche verso il cielo).

Un'armatura chiusa da una calotta sferiforme quindi comporta, oltre che una certa dose di sbiancamento del cielo buio, anche uno spreco energetico (uso irrazionale dell'energia elettrica) poiché il consumo elettrico se ne va per illuminare - in parte - anche il cielo, e non solo la strada, che é la dove invece servirebbe. Ciò comporta che per ottenere il giusto illuminamento della sede stradale occorre una lampada più potente, cioé consumare (e pagare) una maggiore potenza assorbita e quindi un costo maggiore per la collettività, sia immediato, economico-finanziario, che in termini di inquinamento ambientale generale, sciupo di risorse non rinnovabili, contributo all'incremento dell'effetto serra, etc....

Una soluzione che potrebbe esser perfino suggerita fin da subito, alla controparte Ente Locale appaltatore del servizio d'illuminazione pubblica, é quella di eliminare - sic et simpliciter - la calotta, anche senza montarvi alcun vetro piano di chiusura. Ciò ridurrebbe di una buona percentuale l'invio di parte del flusso luminoso verso il cielo notturno.

Un adeguamento generalizzato di tutti i lampioni del tuo Comune a tale concetto potrebbe portare a recuperare perfino circa mezza magnitudine stellare sopra il tuo Comune.

Quindi: un'azione é sicuramente possibile contro tutti quei lampioni fatti come quelli della tu foto di giorno. Non sono a norma poiché non sono del tipo "full cut-off", in virtù della presenza della calotta.

--------

Però tutto ciò non sposta di una virgola il tuo personale problema: la tua postazione é inondata di luce.

Se pertanto una generalizzata battaglia civile anti-IL, che fosse intrapresa domani con il consenso dell'intera popolazione, risultasse vincente nella tua città, migliorerebbe sicuramente la qualità del cielo sopra di te, ma non la sua visibilità e godibilità da parte tua!

Il lampione sarebbe messo a norma, ma di certo non sparirebbe!

Si torna pertanto a porre un problema (che abbiamo già incontrato nel caso di LBastro - discussione "Lampione vincente Luna Perdente"), che a mio giudizio é di natura prettamente giuridica e politica al tempo stesso: si tratta di RIVENDICARE IL DIRITTO AD ESSERE ASTROFILI, ed a lottare aspramente perché tale diritto sia riconosciuto, rispettato e tutelato.

Ovvero: gli astrofili urbani vivono una condizione di forte limitazione della propria libertà personale, poiché di fatto la possibilità per tali soggetti di godere liberamente di quanto c'é di bello ed appagante in una "passione", in un "hobby" altamente concettuale, svolto per puro amore di conoscenza e diffusamente intriso di contenuti di alta spiritualità umana, (sia essa razionale, laica e scientista, sia essa di aspirazione - ed inspirazione - trascendente) come l'osservazione astronomica, é vanificata dalla presenza o dall'eccesso (o da tutt'e due) di luce artificiale.

In sostanza: la legge feroce della massa, che non si accorge, e non vuole accorgersi, minimamente del "male" che sta facendo a sè, ad altri ed alla Terra tutta insieme (perché di questo si tratta, quando parliamo di sparizione del cielo stellato patrimonio dell'umanità ed origine e fine della stessa vita, in tutte le sue varianti); legge che vuole si diffonda dappertuto sempre più stupida luce, ritenendo ancora infantilmente il buio qualcosa di pauroso da scacciare al più presto, schiaccia e comprime un altrui Diritto (diritto di una minoranza praticante, ma potenzialmente maggioranza solidale), che é quotidianamente calpestato, non riconosciuto in quanto tale, irriso e schernito, ma soprattutto poco o nulla affermato e rivendicato da quegli stessi astrofili che vorrebbero vederselo tranquillamente riconosciuto senza alcuno sforzo.

-----

Quali strumenti abbiamo, per tentare di resistere a questa sorta di vero e proprio annientamento fisico, il cui attacco riusciamo a malapena ad evitare parzialmente, ovvero salvaguardiamo solo molto parzialmente il cielo sopra la testa di tutti con la messa a norma dei lampioni pubblici (che non significa affatto il loro spegnimento nè il loro ridimensionamento), ma non riusciamo affatto ad evitare che impedisca e vanifichi l'attività astronomica?

Devo confessartelo, caro Galassia60: NESSUNO. La legge dei più non ci riconosce, ci costringe a smettere, od ad "emigrare" ed a confinarsi in remote oasi di buio sempre più piccole, impervie ed impraticabili (la montagna!!!!).

Per la condizione negata dell'astrofilo, ci vuole una nuova coscienza collettiva , ci vuole un nuovo impegno, ci vuole una rivendicazione di "classe", cioé la coscienza di esser una "classe" e la volontà di lottare perché il proprio status sia riconosciuto, accettato, rispettato, al pari di tutte le altre classi.

Non possono servire le mezze misure: l'illuminazione stradale dev'esserci per forza, nel sistema sociale. L'Umanità fin dai suoi albori ha cercato di squarciare e scacciare il buio notturno, non possiamo certo pensare d'invertire una tendenza epocale sviluppata "istintivamente", quasi per determinismo genetico, da miliardi di esseri umani prima di noi.

Ma inventare, creare, concepire nuovo pensiero e nuovo progresso, quello sì, che é un compito che ci spetta. Comprendere ed argomentare le forme di una nuova e più avanzata, cresciuta, moderna compatibilità fra sistema sociale e desideri individuali è vera scienza, é fare scienza e conoscenza, é apporto di contenuti progettuali e realizzazione tecnologica.

Nel tuo caso, come in quello di LBastro, come in quello di tutti noi, ci vuole una nuova forma di aspirazione e di richiesta, di voglia di affermazione: la libertà di esercitare l'attività astrofila nel contesto quotdiano della vita, la possibilità di mantenere e conservare la propria individualità rispetto all'uomo-massa, la volontà di considerare che le leggi e le regole sociali dominanti non devono e non possono restare eterne ed immutabili.

Quindi, all'atto pratico, che fare?

Al momento, mancando un vero e proprio Diritto all'esercizio dell'attività astronomica amatoriale in contesto urbano, l'unica cosa possibile da fare é chiedere che tale Diritto venga scritto, pretendere che il proprio impulso irrefrenabile a conquistare i segreti di ciò che non appare al puro occhio nudo sia accettato, rispettato, compreso, valorizzato, tutelato.

In questo senso, al momento, l'unico possibile strumento del Diritto già esistente che io conosca - e vorrei sbagliarmi, vorrei che taluni fra noi, membri di questo ed altri forum, che risultano esser operatori professionisti del Diritto mi smentissero e completassero o ampliassero la rosa degli "appigli" possibili - é il famoso Art. 844 del Codice Civile.

"Articolo 844. Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi (890, Cod. Pen. 674).
Nell’applicare questa norma l’autorità giudiziaria deve contemperare le esigenze della produzione con le ragioni della proprietà. Può tener conto della priorità di un determinato uso."



Quest'articolo in apparenza sembra dire esattamente il contrario di ciò che ci servirebbe: é stato finora usato per dirimere le controversie in merito a fumi, gas, rumori e cose simili derivanti dalle attività umane (tipicamente quelle industriali o comunque produttive, ma estensibili a qualsiasi attività). Sono le cosidette "IMMISSIONI", che non possono esser impedite al nostro vicino, FINO AL LIMITE DELLA NORMALE TOLLERABILITA'.

Questo é il punto: chi fissa l'asticella della normale tollerabilità? L'autorità giudiziaria, che, a mente dell'ultimo comma del citato Articolo, "Nell’applicare questa norma.... deve contemperare le esigenze della produzione con le ragioni della proprietà. Può tener conto della priorità di un determinato uso".

E come scelgono i giudici? Il giudice deve decidere secondo la legge e secondo la gerarchia delle fonti dell'ordinamento. Se non c'è una legge deve procedere per analogia. Non può decidere come crede, perchè è vincolato dalla legge stessa circa la sua interpretazione. Per esempio l'art. 12 delle disposizioni sulla legge in generale impone che il Giudice tragga il significato letterale dalla norma o in caso di impossibilità secondo la volontà del legislatore.

Ma, in mancanza di elementi effettivamente già sedimentati e riconosciuti, il Giudice decide anche in base al proprio personale convincimento.

Poiché rispetto alla questione di un lampione a norma, ma che ugualmente crei disturbo all'attività astrofila, ci troviamo in una situazione di totale "vacatio legis", occorre sviluppare un forte movimento d'opinione che renda patente la contraddizione fra la propria libertà (e proprietà) compressa e violata dall'immissione di luce altrui nel proprio fondo, e la libertà dell'inquinatore luminoso di continuare ad esserlo.

Dobbiamo pertanto sollevare una questione sia giuridica che soprattutto di diritto civile e della persona umana: sviluppare una pretesa legittima al non essere inondati di luce disturbante.

Per il momento mi fermo qui, perché vorrei che si sviluppasse ulteriormente il dibattito e la riflessione su queste tematiche che ci sono così care e quotidiane: si tratta anche dei nostri soldi, in fondo!!! Quanto hai speso per l'attrezzatura? Ed ora, che ne dovresti fare? Tutto al cassonetto?

Nel tuo caso, quindi:
1) nell'immediato, rileggi la discussione in questa sezione iniziata da LBastro e utilizza il testo che anche lui ha inviato al suo Sindaco, ovviamente adattandolo alla tua situazione ed eliminando tutto ciò che non ricorre (es.. l'attività d'impresa in campo astronomico); mi raccomando fallo in modo formale (deposito al protocollo o raccomandata);

2) come anche nel suoi caso, é più che mai opportuno prendere contatto con altri della tua regione per un'iniziativa collettiva che non miri al solo lampione, ma che ponga con forza la questione cruciale: esiste o no un Diritto ad Essere Astrofili?

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#3

Messaggio da serastrof »

In ogni caso, studia la tua L.R., scarica tutto da qui: http://cielobuio.org/index.php?option=c ... 0&Itemid=1
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#4

Messaggio da GALASSIA60 »

Intanto ti ringrazio molto di cuore Serastrof, perchè ho appena aperto il forum e ho visto la tua esaudiente spiegazione. Ora però il lavoro mi chiama, e debbo ristudiarmi tutto molto attentamente con i tuoi preziosi consigli. Questa sera, mi ci metto di gran lena. Per il momento ti rinnovo i ringraziamenti e ti farò sapere sull'evoluzione del problema. Ciao e CIELI BUI.
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#5

Messaggio da serastrof »

uppete!

Nessuno ha da consigliare altro a Galassia60? Che fareste voi se foste in tale situazione?
Alex86
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#6

Messaggio da Alex86 »

Per quanto riguarda i lampioni presenti nella tua via sai percaso se sono stati installati prima o dopo l'entrata in vigore della legge?

Nel caso lo siano stati dopo, puoi inviare regolare esposto al sindaco e all'ufficio tecnico e per copia conoscenza anche ad arpa, richiedendo la sostituzione o l'adeguamento con apparecchi a vetro piano (ben posizionati)...


Altrimenti per quanto già citato da serastrof sull'articolo 844, ti mando un link sul sito di cielobuio dove sembra proprio esserci stata una sentenza favorevole per luce intrusiva, appellandosi proprio a questo articolo: http://cielobuio.org/index.php?option=c ... le&id=1129


A presto e cieli bui!
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serastrof
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#7

Messaggio da serastrof »

Oh! Grazie del contributo, Alex86.

Era esattamente a ciò che pensavo, quando preconizzo una sorta di vero e proprio "DIRITTO AD ESSERE ASTROFILI" (Vedi in questa stessa sezione!).

Il punto di forza di Galassia60 rimane però soprattutto la calotta fuori norma, la C. Cass. in questo caso è un rafforzamento validissimo anche se usabile in senso lato, poichè confligge con gli obblighi ai servizi pubblici essenziali, come l'illuminazione pubblica. Ma non è compito del cittadino contemperare diritti ed obblighi della PA, hanno i loro avvocati.

(Nel caso di specie, tutto era partito da un richiesto risarcimento danni provocati dalla luce artificiale, e presuppone quindi la provabilità di tale circostanza, in maniera documentata, la sua gravità rispetto ad altri oneri e diritti, la sua rilevanza psicofisica o d'interesse collettivo. Ad esempio, stress da mancanza di sonno. Nel caso astrofilo, infatti, nemmeno cielobuio mi sembra l'abbia mai tirata in ballo più di tanto, ma ci si può provare).

Un concetto importante su cui ci si può basare è quello del cd "neminem laedere", ovvero di non far danno ad alcuno. Ma come spesso accade in Diritto, le parole possono anche arrivare anche a giustificare il suo contrario, ovvero che non vi è responsabilità nell'esercizio di un diritto riconosciuto, in caso tale esercizio comprima un qualche diritto altrui. Si dice: l’esercizio di un diritto è sempre legittimo e non può essere fonte di responsabilità. Però non può diventare "ius abutendi", cioè abusare di tale diritto, creando nocumento a qualcuno o qualcosa. Quindi siamo sul filo del giuridichese, ed in mano alle sentenze. Che finora non ci sono state sulla questione specifica che qui si solleva: il Diritto ad Essere Astrofili.

A mio giudizio è più vincente l'insistere sul concetto di proprietà, che non va "violata" da altrui "immissioni" nel limite della "normale tollerabilità".

Chi stabilisce tale normale tollerabilità? Per me astrofilo è intollerabile che il mio strumento sia inondato di luce, guarda un po'!

E' un problema di considerazione sociale, ma soprattutto di forza rivendicativa, sindacale, democratica e politica che dovrebbe esser compiutamente espressa dai cittadini astrofili in maniera organizzata, collettiva ed alla luce del sole.

E qui casca l'asino, visto che il miglior sport degli astrofili è sputare veleno su chi cerca di "sollevare le masse" (potrei citarti esempi brillanti, anche di firme ed associazioni illustri, al riguardo....).

Ad esempio, Alex86, personalmente sono convinto che invece di singole denunce, coloro che vogliono far qualcosa contro l'IL avrebbero più efficacia anche con un semplice flash-mob davanti ad un centro commerciale un sabato od una domenica, volantinando "non comprate lampioni inquinanti, centro commerciale non li vendere, produttore ritirali dal commercio e modificali".

Il risultato non sarà certo immediato, ma spianerà il terreno per 100, 1000 nuovi lampioni a norma. Soprattutto affermerebbe ipso facto il diritto di parola per gli inquinati luminosamente (semplicemente perchè se la prendono!), e consentirebbe di sedere al tavolo di ogni trattativa, molto più che per un singolo lampione, ma per interi piani edilizi.

==========

Galassia60, vogliamo preparare assieme l'esposto ai Vigili per la calotta fuori norma? La sostituzione di tale calotta con un vetro piano fa diventare l'armatura (il portalampada) a norma (sempre verificando potenza e K° della sorgente...), cioè "full cut-off".

Soprattutto, direziona meglio il flusso luminoso emesso, riducendo la dispersione verso il tuo edificio.

Contestualmente, si può richiedere la sostituzione del plafone con uno a led ambrati, di bassa potenza, alta efficienza, estrema direzionalità e spettro di frequenza ristretto, meno suscettibile di "disturbo astronomico".

Il palo (il più complicato per le società elettriche e le amministrazioni comunali) invece appare idoneo, visto che piega fino all'orizzontale.
Alex86
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#8

Messaggio da Alex86 »

Buona idea ,
io ho fatto un qualcosa di simile anche se diverso, in pratica da circa 2 anni stampo i pieghevoli della legge dell'Emilia-Romagna e li distribuisco presso nuovi cantieri edili.
Posso affermare che nel 75% dei casi che ho riesaminato erano stati messi dei lampioncini quantomeno cut-off, per esempio le sfere schermate con calotta.
Sembra che sia una cosa redditizia unitamente alle segnalazioni delle violazioni che ho riscontrato sul territorio, e che continuano tuttora ovviamente... Ma qualche voce sembra iniziare a spargersi, l'unica credo sia la costanza nell'operare per far rispettare la legge e per informare gli addetti ai lavori, in particolare gli elettricisti più improvvisati che spesso realizzano certe bestialità con svariati proiettori inclinati che sono tra gli impianti più dannosi!

Messaggio inserito da serastrof


Ad esempio, Alex86, personalmente sono convinto che invece di singole denunce, coloro che vogliono far qualcosa contro l'IL avrebbero più efficacia anche con un semplice flash-mob davanti ad un centro commerciale un sabato od una domenica, volantinando "non comprate lampioni inquinanti, centro commerciale non li vendere, produttore ritirali dal commercio e modificali". Il risultato non sarà certo immediato, ma spianerà il terreno per 100, 1000 nuovi lampioni a norma. Soprattutto affermerebbe ipso facto il diritto di parola per gli inquinati luminosamente (semplicemente perchè se la prendono!), e consentirebbe di sedere al tavolo di ogni trattativa, molto più che per un singolo lampione.

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Galassia60, vogliamo preparare assieme l'esposto ai Vigili per la calotta fuori norma? La sostituzione di tale calotta con un vetro piano fa diventare l'armatura (il portalampada) a norma (sempre verificando potenza e K° della sorgente...), cioè "full cut-off".

Soprattutto, direziona meglio il flusso luminoso emesso, riducendo la dispersione verso il tuo edificio.

Contestualmente, si può richiedere la sostituzione del plafone con uno a led ambrati, di bassa potenza, alta efficienza, estrema direzionalità e spettro di frequenza ristretto, meno suscettibile di "disturbo astronomico".

Il palo (il più complicato per le società elettriche e le amministrazioni comunali) invece appare idoneo, visto che piega fino all'orizzontale.


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#9

Messaggio da ettoreguido »

Sera, forse ti riferisci, nel tuo discorso, alla Cass. 3120/2008?
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