Diritto ed Inquinamento Luminoso: riflettiamoci su
Inviato: 07/06/2012, 10:23
Ancora oggi, la sentenza del Tribunale di Frosinone dell'anno scorso nei confronti del Comune di Supino, reo di non aver rispettato i limiti della L.R. 17/2000 sull'inquinamento luminoso ed il risparmio energetico, rimane l'unico provvedimento giudiziario che un Giudice abbia mai preso su tale argomento.
L'importanza di tale sentenza - in Giurisprudenza - é significativa: si crea il famoso "precedente" che può fare scuola, poiché ad esso ci si può appellare, richiamandolo come paradigmatico di giusta decisione e corretta interpretazione dello Spirito di un Legislatore, in successivi procedimenti giudiziari, qualora insorgessero per casistiche simili.
La notizia della sentenza, non appena appresa, ha creato un "ola" da stadio in tutto il mondo astrofilo.
Il problema però é che l' "ola" non ha avuto granché risonanza, al di fuori della piccola palestra del circolo astrofilo....
viewtopic.php?t=13738
http://www.uai.it/web/guest/uainews/jou ... 100/257825
Di Sora é probabilmente un vero santo laico, ed anche una piccola potenza.
Supino si era incaponito a non capire... spero almeno che ora gli abitanti di quel paesino possano godere di un miglior buio cielo, ed in parallelo di una migliore illuminazione delle loro strade, spendendo meno bolletta energetica.
Inoltre, speriamo che quel Comune ed i suoi istituiti scolastici abbiano compreso quanto importante possano essere per lo sviluppo della persona e la crescita civile e sociale della collettività locale programmi culturali o gite scolastiche in osservatori astronomici, o di eventi astronomici di piazza, a favore della sua popolazione e dei turisti.
Il limite fondamentale di questa sentenza, però, é che purtroppo una rondine non fa primavera.
Rimane pertanto tutto intero quello che secondo me é il problema di "spostare più sù l'asticella" del Diritto su tali temi, mediante la moltiplicazione delle azioni, articolandone i fondamentali in relazione a più grandi tematiche già "acclarate" ed appellandosi ad ogni possibile "fumus bonis iuris" (soprattutto rispetto alla casistica spicciola e quotidiana nelle relazioni fra privati).
Di DiSora ce ne vorrebbero almeno uno per ogni comune italiano, ma pensate anche alla variopinta multiformità, polverizzata sul territorio, di astrofili impediti da luci viciniori, a norma o non a norma che siano quest'ultime.
Perché se da noi qualcuno ti schizza addosso dell'acqua o della vernice la Legge è dalla tua parte, e se ti schizza della luce (o campo radioelettromagnetico che dir si voglia), invece no?
Inoltre sapete bene come la sordità del Legislatore Nazionale ad occuparsi della regolazione di questa materia (l'unico progetto in questo senso, la pdl Diana, é tuttora sepolta nel cassetto di legislature ormai prescritte), e la sostanziale intrinseca inconsistenza del "blocco sociale" di supporto alla rivendicazione di una vera e propria Legge Quadro nazionale sull'inquinamento Luminoso ed il Risparmio Energetico, che si verificò nel corso di tutto l'ultimo decennio del ventesimo secolo (e che purtroppo perdura tuttora), abbia respinto e stretto nell'angolo la protesta astrofila ed ambientalista, che vide in Italia il suo massimo proprio negli anni '90.
Battuta dall'indifferenza parlamentare, da quella politica nonché da quella dell'opinione pubblica, gli astrofili anti Inquinamento Luminoso della fine del secolo scorso si videro "costretti" a ripiegare sulla prospettiva di accontentarsi di singole e "semplici" Leggi Regionali.
Fu così abbandonato del tutto ogni sforzo focalizzato a cogliere il successo di una vera e propria legge nazionale contro l'inquinamento luminoso, e ci si "concentrò" spasmodicamente a costruire una rete di contatti e di relazioni al fine di far arrivare al voto dei parlamentini locali una miriade di proposte e di emendamenti, a concordare e patteggiare compromessi e soluzioni raccogliticce pur di arrivare a quella copertura del territorio nazionale - ancor oggi perfino incompleta al 50% - di normative specifiche e per lo più limitate a pure affermazioni di principio, ma che comunque ponevano radici di riferimento giuridico certo e statuito.
La mappa normativa che ne risultò, a 12 anni di distanza forse é da aggiornare adeguatamente alla luce di deliberazioni e regolamenti successivi, ma l'impianto del quadro giuridico di riferimento rimane sostanzialmente quello di allora.
L.R. tutto sommato ancora non fatte, malfatte, eccessivamente lassiste e perfino sostanzialmente disapplicate.
Su 20 Regioni Italiane, attualmente sono 18 quelle che hanno una propria L.R., ma solo 3 di esse sono di livello accettabile dal punto di vista scientifico, poiché prevedono limiti oggettivi e quantificabili alle emissioni oltre l'orizzontale (Lombardia, Lazio e Veneto), mentre le restanti o sono addirittura genericamente lassiste se non peggiorative (Piemonte), o sono del tutto inapplicate od inconsistenti (Campania, Basilicata), o non esistono affatto (Calabria e Sicilia, dove l'unica salvaguardia del cielo buio é purtroppo l'arretratezza dello sviluppo socioeconomico).
Ciò ha comportato e comporta tuttora uno sforzo immane, che divide e sfianca le già risibili forze antiIL, le logora e le condanna allo sbattere contro mille muri di gomma o all'onere dell'azione e della prova, in quanto manca da parte dell'istituzione un pianificazione razionale razionale e coordinata non tanto per la nuova impiantistica quanto per la verifica dell'adeguamento a norma di quella esistente.
Ciò vale sia per l'illuminazione pubblica che soprattutto di quella privata (parliamo sempre di luci esterne ai fabbricati).
E quindi tale frammentazione, territoriale, normativo e di competenze subordina, ostacola, disarticola, depotenzia, fiacca, spegne, sconfigge ogni forma di "resistenza" al progredire inarrestabile dell'inquinamento luminoso", portato - last but not least - dallo Sviluppo e dalla Crescita.
(Chi ha detto che devono comportar ciò?)
Se invece vedi l'UK, non hanno mai sentito il bisogno di produrre normazione, poiché tutta la società, imprese produttrici per prime, hanno sempre modificato e riadattato la propria tecnologia alla realtà, e senza nemmeno badare all'IL, ma per sola miglioria di efficienza energetica hanno da sempre evitato qualsiasi fanale oltre i 60-70°.
In ogni mio viaggio in terra anglosassone _ ad esempio - ho sempre avuto l'impressione di una presenza di strutture astronomiche nella società civile (planetari, centri di divulgazione) molto più diffusa e capillare che nel paese di O Sole Mio.
Si tenga conto, al riguardo, che é una nazione ed un popolo che vive con l'ombrello in mano ed il raincoat addosso, e la cui vita passa per tre quarti sotto buona copertura nuvolosa!
Eppure, é un Paese che ha dato alla Scienza ed all'Umanità i maggiori astronomi della Storia, ha contribuito in maniera preminente allo sviluppo di ogni conquista post-tolemaica, ed ha reso possibile (avendone ben fondato con ciò le basi) cose come le conquiste astronautiche del secolo scorso, le indagini osservative extra-atmosferiche, le survey-net antimpatti asteroidali o la rete mondiale LVBI di radioastronomia interferometrica.
In conclusione, sono sempre più convinto che da noi ci sia ancora così tanto da fare, in questo campo dell'Inquinamento Luminoso....
Ad esempio, perché non proviamo a sollevare un po' più di dibattito cultural-giuridico su questi temi?
Può ad esempio sussistere e rivendicare un "diritto all'osservazione del cielo notturno" da parte di chi possiede strumenti atti allo scopo, tanto come quello di poter far fotografie a monumenti, natura e paesaggio, o di andare a teatro, in biblioteca o fare sport?
Può sussistere un "Cielo Buio Patrimonio dell'Umanità" da tutelare adeguatamente, per cui il Diritto dev'essere novellato di conseguenza?
E chi mai dovrebbe reclamare e rivendicare ciò, nella quotidianità, ad ogni "occasio legis" che si presentasse? O che venisse di proposito suscitata, creata e costruita intenzionalmente e con caparbia insistenza?
Ci vorrebbe un coordinamento giuridico di "movimento", tipo associazioni di consumatori o Codacons, per fare di ogni caso un caso giudiziario e politico al tempo stesso.
Nel frattempo, portiamo avanti una riflessione collettiva, perché senza pensiero non può esservi azione.
(Quantomeno come palestra cerebrale!)
Cieli sereni e bui
serastrof
--------
Il Tribunale di Frosinone (Nocella, Cianfrocca, Cataldi Tassone) ha concluso il primo processo in Italia per violazione alle norme sull’inquinamento luminoso con una sentenza di condanna.
Il processo, il primo di questo tipo in campo nazionale, è partito a seguito di una circostanziata denuncia presentata dal Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Campo Catino Avv. Mario Di Sora per le reiterate violazioni alla legge regionale sull’inquinamento luminoso (L.R. 23/2000) commesse a Supino nella realizzazione degli impianti di illuminazione comunali.
Un processo che farà testo perché è la prima volta che in Italia si giunge ad un verdetto di colpevolezza per il mancato rispetto delle leggi sull’inquinamento luminoso, a torto giudicate, da tecnici ed amministratori, di scarsa importanza.
"Da oggi non sarà più così" ha chiosato l’Avv. Mario Di Sora al termine del processo.
Il Tribunale di Frosinone (Nocella, Cianfrocca, Cataldi Tassone) ha concluso il primo processo in Italia per violazione alle norme sull’inquinamento luminoso con una sentenza di condanna.
Imputato di omissioni di atti d’ufficio era infatti il Geom. Pietro Alessandrini, Responsabile dell’Ufficio Tecnico di Supino.
Il processo, il primo di questo tipo in campo nazionale, è partito a seguito di una circostanziata denuncia presentata dal Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Campo Catino Avv. Mario Di Sora per le reiterate violazioni alla legge regionale sull’inquinamento luminoso (L.R. 23/2000) commesse a Supino nella realizzazione degli impianti di illuminazione comunali.
Molte nuove realizzazioni infatti erano in contrasto con le disposizione di legge, sia perché emettono luce verso il cielo sia perché non dotati dei dispositivi di risparmio energetico, specie per l’illuminazione dei monumenti.
Malgrado numerose diffide inviate dall’Osservatorio all’Ufficio Tecnico mai nessun adeguamento è stato disposto. In alcuni casi, giudicati gravi anche dal Pubblico Ministero d’udienza Dr. Misiti, il comune ha omesso addirittura di montare un kit di adeguamento fornito gratuitamente dall’Osservatorio di Campo Catino per oltre 200 lampioni stradali.
Ma la denuncia penale si è resa indispensabile quando è stato attivato l’impianto di illuminazione dello stadio di Supino la cui luce era visibile direttamente dalla Specola ernica.
Il Direttore dell’Osservatorio notificava un’altra diffida al Responsabile dell’Ufficio Tecnico il 12 Maggio 2008 ma senza ottenere l’adeguamento dell’impianto e alcuna risposta in merito.
Nel corso del processo, durato per ben 3 udienze, sono stati ascoltati numerosi testi, tra cui il Comandante dei CC di Supino e un tecnico misuratore dell’ARPA, che hanno ricostruito i fatti confermando quanto sostenuto dal Direttore dell’Osservatorio di Campo Catino, l’Avv. Mario Di Sora, che si è costituto parte civile con il collega Avv. Calogero Nobile.
I Giudici del Tribunale di Frosinone, nello stabilire la colpevolezza del Geom. Pietro Alessandrini, lo hanno condannato alla multa di € 500 e all’interdizione per un anno dai pubblici uffici nonché al risarcimento dei danni morali in favore dell’Osservatorio Astronomico di Campo Catino e al pagamento delle spese legali della parte civile, pena sospesa.
Un processo che farà testo perché è la prima volta che in Italia si giunge ad un verdetto di colpevolezza per il mancato rispetto delle leggi sull’inquinamento luminoso, a torto giudicate, da tecnici ed amministratori, di scarsa importanza. "Da oggi non sarà più così" ha chiosato l’Avv. Mario Di Sora al termine del processo.
L'importanza di tale sentenza - in Giurisprudenza - é significativa: si crea il famoso "precedente" che può fare scuola, poiché ad esso ci si può appellare, richiamandolo come paradigmatico di giusta decisione e corretta interpretazione dello Spirito di un Legislatore, in successivi procedimenti giudiziari, qualora insorgessero per casistiche simili.
La notizia della sentenza, non appena appresa, ha creato un "ola" da stadio in tutto il mondo astrofilo.
Il problema però é che l' "ola" non ha avuto granché risonanza, al di fuori della piccola palestra del circolo astrofilo....
viewtopic.php?t=13738
http://www.uai.it/web/guest/uainews/jou ... 100/257825
Di Sora é probabilmente un vero santo laico, ed anche una piccola potenza.
Supino si era incaponito a non capire... spero almeno che ora gli abitanti di quel paesino possano godere di un miglior buio cielo, ed in parallelo di una migliore illuminazione delle loro strade, spendendo meno bolletta energetica.
Inoltre, speriamo che quel Comune ed i suoi istituiti scolastici abbiano compreso quanto importante possano essere per lo sviluppo della persona e la crescita civile e sociale della collettività locale programmi culturali o gite scolastiche in osservatori astronomici, o di eventi astronomici di piazza, a favore della sua popolazione e dei turisti.
Il limite fondamentale di questa sentenza, però, é che purtroppo una rondine non fa primavera.
Rimane pertanto tutto intero quello che secondo me é il problema di "spostare più sù l'asticella" del Diritto su tali temi, mediante la moltiplicazione delle azioni, articolandone i fondamentali in relazione a più grandi tematiche già "acclarate" ed appellandosi ad ogni possibile "fumus bonis iuris" (soprattutto rispetto alla casistica spicciola e quotidiana nelle relazioni fra privati).
Di DiSora ce ne vorrebbero almeno uno per ogni comune italiano, ma pensate anche alla variopinta multiformità, polverizzata sul territorio, di astrofili impediti da luci viciniori, a norma o non a norma che siano quest'ultime.
Perché se da noi qualcuno ti schizza addosso dell'acqua o della vernice la Legge è dalla tua parte, e se ti schizza della luce (o campo radioelettromagnetico che dir si voglia), invece no?
Inoltre sapete bene come la sordità del Legislatore Nazionale ad occuparsi della regolazione di questa materia (l'unico progetto in questo senso, la pdl Diana, é tuttora sepolta nel cassetto di legislature ormai prescritte), e la sostanziale intrinseca inconsistenza del "blocco sociale" di supporto alla rivendicazione di una vera e propria Legge Quadro nazionale sull'inquinamento Luminoso ed il Risparmio Energetico, che si verificò nel corso di tutto l'ultimo decennio del ventesimo secolo (e che purtroppo perdura tuttora), abbia respinto e stretto nell'angolo la protesta astrofila ed ambientalista, che vide in Italia il suo massimo proprio negli anni '90.
Battuta dall'indifferenza parlamentare, da quella politica nonché da quella dell'opinione pubblica, gli astrofili anti Inquinamento Luminoso della fine del secolo scorso si videro "costretti" a ripiegare sulla prospettiva di accontentarsi di singole e "semplici" Leggi Regionali.
Fu così abbandonato del tutto ogni sforzo focalizzato a cogliere il successo di una vera e propria legge nazionale contro l'inquinamento luminoso, e ci si "concentrò" spasmodicamente a costruire una rete di contatti e di relazioni al fine di far arrivare al voto dei parlamentini locali una miriade di proposte e di emendamenti, a concordare e patteggiare compromessi e soluzioni raccogliticce pur di arrivare a quella copertura del territorio nazionale - ancor oggi perfino incompleta al 50% - di normative specifiche e per lo più limitate a pure affermazioni di principio, ma che comunque ponevano radici di riferimento giuridico certo e statuito.
La mappa normativa che ne risultò, a 12 anni di distanza forse é da aggiornare adeguatamente alla luce di deliberazioni e regolamenti successivi, ma l'impianto del quadro giuridico di riferimento rimane sostanzialmente quello di allora.
L.R. tutto sommato ancora non fatte, malfatte, eccessivamente lassiste e perfino sostanzialmente disapplicate.
Su 20 Regioni Italiane, attualmente sono 18 quelle che hanno una propria L.R., ma solo 3 di esse sono di livello accettabile dal punto di vista scientifico, poiché prevedono limiti oggettivi e quantificabili alle emissioni oltre l'orizzontale (Lombardia, Lazio e Veneto), mentre le restanti o sono addirittura genericamente lassiste se non peggiorative (Piemonte), o sono del tutto inapplicate od inconsistenti (Campania, Basilicata), o non esistono affatto (Calabria e Sicilia, dove l'unica salvaguardia del cielo buio é purtroppo l'arretratezza dello sviluppo socioeconomico).
Ciò ha comportato e comporta tuttora uno sforzo immane, che divide e sfianca le già risibili forze antiIL, le logora e le condanna allo sbattere contro mille muri di gomma o all'onere dell'azione e della prova, in quanto manca da parte dell'istituzione un pianificazione razionale razionale e coordinata non tanto per la nuova impiantistica quanto per la verifica dell'adeguamento a norma di quella esistente.
Ciò vale sia per l'illuminazione pubblica che soprattutto di quella privata (parliamo sempre di luci esterne ai fabbricati).
E quindi tale frammentazione, territoriale, normativo e di competenze subordina, ostacola, disarticola, depotenzia, fiacca, spegne, sconfigge ogni forma di "resistenza" al progredire inarrestabile dell'inquinamento luminoso", portato - last but not least - dallo Sviluppo e dalla Crescita.
(Chi ha detto che devono comportar ciò?)
Se invece vedi l'UK, non hanno mai sentito il bisogno di produrre normazione, poiché tutta la società, imprese produttrici per prime, hanno sempre modificato e riadattato la propria tecnologia alla realtà, e senza nemmeno badare all'IL, ma per sola miglioria di efficienza energetica hanno da sempre evitato qualsiasi fanale oltre i 60-70°.
In ogni mio viaggio in terra anglosassone _ ad esempio - ho sempre avuto l'impressione di una presenza di strutture astronomiche nella società civile (planetari, centri di divulgazione) molto più diffusa e capillare che nel paese di O Sole Mio.
Si tenga conto, al riguardo, che é una nazione ed un popolo che vive con l'ombrello in mano ed il raincoat addosso, e la cui vita passa per tre quarti sotto buona copertura nuvolosa!
Eppure, é un Paese che ha dato alla Scienza ed all'Umanità i maggiori astronomi della Storia, ha contribuito in maniera preminente allo sviluppo di ogni conquista post-tolemaica, ed ha reso possibile (avendone ben fondato con ciò le basi) cose come le conquiste astronautiche del secolo scorso, le indagini osservative extra-atmosferiche, le survey-net antimpatti asteroidali o la rete mondiale LVBI di radioastronomia interferometrica.
In conclusione, sono sempre più convinto che da noi ci sia ancora così tanto da fare, in questo campo dell'Inquinamento Luminoso....
Ad esempio, perché non proviamo a sollevare un po' più di dibattito cultural-giuridico su questi temi?
Può ad esempio sussistere e rivendicare un "diritto all'osservazione del cielo notturno" da parte di chi possiede strumenti atti allo scopo, tanto come quello di poter far fotografie a monumenti, natura e paesaggio, o di andare a teatro, in biblioteca o fare sport?
Può sussistere un "Cielo Buio Patrimonio dell'Umanità" da tutelare adeguatamente, per cui il Diritto dev'essere novellato di conseguenza?
E chi mai dovrebbe reclamare e rivendicare ciò, nella quotidianità, ad ogni "occasio legis" che si presentasse? O che venisse di proposito suscitata, creata e costruita intenzionalmente e con caparbia insistenza?
Ci vorrebbe un coordinamento giuridico di "movimento", tipo associazioni di consumatori o Codacons, per fare di ogni caso un caso giudiziario e politico al tempo stesso.
Nel frattempo, portiamo avanti una riflessione collettiva, perché senza pensiero non può esservi azione.
(Quantomeno come palestra cerebrale!)
Cieli sereni e bui
serastrof
--------
Il Tribunale di Frosinone (Nocella, Cianfrocca, Cataldi Tassone) ha concluso il primo processo in Italia per violazione alle norme sull’inquinamento luminoso con una sentenza di condanna.
Il processo, il primo di questo tipo in campo nazionale, è partito a seguito di una circostanziata denuncia presentata dal Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Campo Catino Avv. Mario Di Sora per le reiterate violazioni alla legge regionale sull’inquinamento luminoso (L.R. 23/2000) commesse a Supino nella realizzazione degli impianti di illuminazione comunali.
Un processo che farà testo perché è la prima volta che in Italia si giunge ad un verdetto di colpevolezza per il mancato rispetto delle leggi sull’inquinamento luminoso, a torto giudicate, da tecnici ed amministratori, di scarsa importanza.
"Da oggi non sarà più così" ha chiosato l’Avv. Mario Di Sora al termine del processo.
Il Tribunale di Frosinone (Nocella, Cianfrocca, Cataldi Tassone) ha concluso il primo processo in Italia per violazione alle norme sull’inquinamento luminoso con una sentenza di condanna.
Imputato di omissioni di atti d’ufficio era infatti il Geom. Pietro Alessandrini, Responsabile dell’Ufficio Tecnico di Supino.
Il processo, il primo di questo tipo in campo nazionale, è partito a seguito di una circostanziata denuncia presentata dal Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Campo Catino Avv. Mario Di Sora per le reiterate violazioni alla legge regionale sull’inquinamento luminoso (L.R. 23/2000) commesse a Supino nella realizzazione degli impianti di illuminazione comunali.
Molte nuove realizzazioni infatti erano in contrasto con le disposizione di legge, sia perché emettono luce verso il cielo sia perché non dotati dei dispositivi di risparmio energetico, specie per l’illuminazione dei monumenti.
Malgrado numerose diffide inviate dall’Osservatorio all’Ufficio Tecnico mai nessun adeguamento è stato disposto. In alcuni casi, giudicati gravi anche dal Pubblico Ministero d’udienza Dr. Misiti, il comune ha omesso addirittura di montare un kit di adeguamento fornito gratuitamente dall’Osservatorio di Campo Catino per oltre 200 lampioni stradali.
Ma la denuncia penale si è resa indispensabile quando è stato attivato l’impianto di illuminazione dello stadio di Supino la cui luce era visibile direttamente dalla Specola ernica.
Il Direttore dell’Osservatorio notificava un’altra diffida al Responsabile dell’Ufficio Tecnico il 12 Maggio 2008 ma senza ottenere l’adeguamento dell’impianto e alcuna risposta in merito.
Nel corso del processo, durato per ben 3 udienze, sono stati ascoltati numerosi testi, tra cui il Comandante dei CC di Supino e un tecnico misuratore dell’ARPA, che hanno ricostruito i fatti confermando quanto sostenuto dal Direttore dell’Osservatorio di Campo Catino, l’Avv. Mario Di Sora, che si è costituto parte civile con il collega Avv. Calogero Nobile.
I Giudici del Tribunale di Frosinone, nello stabilire la colpevolezza del Geom. Pietro Alessandrini, lo hanno condannato alla multa di € 500 e all’interdizione per un anno dai pubblici uffici nonché al risarcimento dei danni morali in favore dell’Osservatorio Astronomico di Campo Catino e al pagamento delle spese legali della parte civile, pena sospesa.
Un processo che farà testo perché è la prima volta che in Italia si giunge ad un verdetto di colpevolezza per il mancato rispetto delle leggi sull’inquinamento luminoso, a torto giudicate, da tecnici ed amministratori, di scarsa importanza. "Da oggi non sarà più così" ha chiosato l’Avv. Mario Di Sora al termine del processo.