Il Diritto di essere astrofili
Inviato: 03/12/2012, 17:05
Il gruppo facebook “Parco delle Stelle” (http://www.facebook.com/event.php?eid=1 ... 4668382395) sta intraprendendo un'iniziativa tesa a suscitare il dibattito fra i giuristi italiani intorno alla condizioni ed ai diritti degli astrofili.
Stiamo inviando una Lettera aperta ai principali siti web e/o associazioni dei giuristi italiani, allo scopo di sensibilizzarli alle ns. tematiche. Ciò, in modo da poter aprire un dibattito, che si spera anche istituzionale, in merito alla necessità di una tutela sia del Cielo Notturno come Bene Comune e Patrimonio dell'Umanità, sia dei singoli astrofili e delle loro postazioni, particolarmente quando esse siano collocate in un contesto urbano.
Proponiamo pertanto a tutti i partecipanti a questo forum di sostenere tale campagna, inviando a propria volta ciascuno il testo che proponiamo (od uno vostro, personalizzato) ad associazioni giuridiche, di tutela dei diritti delle minoranze, ambientaliste, e della società civile.
Altresì può essere inviato a Parlamentari, rappresentanti istituzionali di ogni tipo, organi e/ singoli membri della Magistratura o degli Ordini Forensi, oppure a partiti ed associazioni politiche, organi d'informazione e comunicazione sociale.
Buone iniziative
P.s.: fateci sapere la vs. azione intrapresa
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Gli astrofili, ovvero coloro che si dedicano amatorialmente ad osservare il cielo notturno sia ad occhio nudo che mediante strumenti ottici (binocoli, telescopi), sono sempre più impediti nell'esercizio della propria attività (che spesso ha risvolti sociali rilevanti, si pensi alla sorveglianza antiasteroidale che viene quotidianamente svolta in tutto il Mondo da migliaia di persone in maniera del tutto gratuita e completamente spontanea e volontaria; Oppure al valore educativo della divulgazione scientifica svolta in multiformi occasioni da tale particolare categoria di cittadini) dal crescente inquinamento luminoso provocato dalle sorgenti di luce artificiale, e dallo scarso senso civico di vasti strati della popolazione nonché da scarsa sensibilità e considerazione del fenomeno da parte delle istituzioni a ciò preposte (Enti centrali di protezione ambientale, dicasteri dell'energia, enti locali).
Il fenomeno é stato recentemente portato agli onori della cronaca dalla cd "operazione cieli bui" del Governo Monti, nell'ambito della propria cd "spending review".
Purtroppo tale iniziativa - peraltro tesa esclusivamente ad un risparmio economico e non motivata da una reale esigenza di contrastare l'inquinamento luminoso creato dalle società industrializzate - é repetinamente naufragata prima ancora di prendere il largo, ed é stata del tutto abolita dalla Commissione Ambiente (sic!) della Camera dei Deputati, nella sua seduta del 26 ottobre del 2012.
Poniamo allora il quesito, sul quale speriamo nasca un dibattito in tutto il mondo della cultura giuridica e del Diritto, allo scopo di far maturare la consapevolezza della necessità di un articolato ed ominicomprensivo provvedimento legislativo che intervenga a regolare a livello nazionale la materia, introduca nel ns. ordinamento nuovi concetti e nuove prescrizioni in materia concetto di razionalizzazione dell'uso dell'energia e di salvaguardia del Cielo Notturno, nonché riesca ad offrire, agli organi ed alle istituzioni competenti, efficaci strumenti di contrasto dell'inquinamento lminoso, fatto di regole chiare ed univoche, rispondenti alle reali necessità, uniformi su tutto il territorio nazionale e dotate delle opportune misure sanzionatorie.
Gli astrofili invocano e rivendicano il diritto a poter esercitare la propria attività di osservazione del cielo notturno senza ricevere disturbo dall'altrui sorgente di luce, e senza che le fonti d'illuminazione rechino danno a tale partrimonio indisponibile della collettività.
Allo scopo si richiama lo spirito e la sostanza dell'art. 844 CC., laddove, per estensione ed analogia, si prevede che non si possa impedire l'immissione, avuto riguardo alla condizione dei luoghi, ed entro i limiti della "normale tiollerabilità"
Ovvero: si ritiene che un'eventuale fonte di luce, tale da impedire un proficuo utilizzo della strumentazione astronomica (es.: un fanale stradale che inondi di luce una postazione privata utilizzata da un astrofilo per il suo telescopio) possa configurare il superamento di quella soglia di "normale tollerabilità" richiamata dal prefato disposto del Primo Codice.
Nella fattispecie che si adduce a considerazione, una qualsiasi immissione in altrui proprietà di quell'entità fenomenica reale che viene definita "luce", costituirebbe comunque, al di là di qualsiasi soglia di rispetto, una negazione di libera determinazione di un soggetto, che avendo magari anche impegnato ingenti somme di denaro nella propria attrezzatura amatoriale scientifica, si possa trovare a riscontrare che la stessa sia di fatto inutilizzabile, a causa di un'insorta fonte di luminosità diffusa, che schiarendo il buio del fondo cielo, od irrompendo e filtrando all'interno della strumentazione e/o della proprietà, impedisca di godere della visione del cielo profondo, o la renda estremamente disagevole e limitata, tale da non poter più aver libero godimento "de facto" e "sic et simpliciter", "disponibilità" della materiale visione del cielo notturno sopra e/o intorno a sè.
Pertanto poniamo a voi tutti, esperti del Diritto e maestri di Giusprudenza un'interrogativo omnicomprensivo, che riguarda sia la sfera delle tutele del cd "interesse generale" che quello della semplice realtà "singola": la visuale del cielo notturno può esser un bene comune indisponibile, patrimonio dell'Umanità, da tutelare conseguentemente mediante apposito impianto normativo?
Perché non possa validamente sussistere la possibilità di vedere riconosciuto (sia tramite l'art. 844 CC che mediante altro e più calzante concetto e principio giuridico), un Diritto (che rivendichiamo comuque!) del cittadino astrofilo a non esser inondati di luce disturbante le osservazioni astronomiche del cielo notturno, con o senza strumenti?
Non é forse una violenza, sia pur mininale (contro la persona o contro la proprietà, é puramente secondario), il fatto che si venga inondati da un flusso luminoso (che - al pari ad es. dei campi elettromagnetici o delle emissioni ionizzanti - é comunque un fenomeno fisico realmente esistente di fatto, ed ineludibile, le cui eventuali conseguenze ed effetti sull'ambiente e/o sulla materia biologica, la sua fisiologia ed i suoi ritmi, non sono ancora sufficientemente noti, ma nemmeno sufficientemente indagati od esclusi) senza possibilità pratica di difendersi?
Perché un terzo può godere della libertà di irradiare di luce chiunque e qualsiasi cosa, ma l'astrofilo al contrario non ha tutela alcuna ed é costretto a vivere una condizione di totale subordinazione poiché la sua libertà e la possibilità di godere del comune patrimonio "cielo stellato" (mediante e in virtù di propri mezzi, risorse e proprietà) vengono al contrario limitate, conculcalte e rese soggette esclusivamente all'altrui arbitrio?
Nella speranza di riscontrare il Vs. interessamento alla questione, e di averVi al ns. fianco in una battaglia di cività giuridica, sociale, civile e di progresso della coscienza collettiva, porgiamo cordiali saluti ed auguriamo, alla maniera astrofila, cieli sereni a massimo buio!
GRUPPO FACEBOOK "PARCO DELLE STELLE"
http://www.facebook.com/home.php?#!/gro ... 4668382395
parcodellestelle@yahoo.it
Stiamo inviando una Lettera aperta ai principali siti web e/o associazioni dei giuristi italiani, allo scopo di sensibilizzarli alle ns. tematiche. Ciò, in modo da poter aprire un dibattito, che si spera anche istituzionale, in merito alla necessità di una tutela sia del Cielo Notturno come Bene Comune e Patrimonio dell'Umanità, sia dei singoli astrofili e delle loro postazioni, particolarmente quando esse siano collocate in un contesto urbano.
Proponiamo pertanto a tutti i partecipanti a questo forum di sostenere tale campagna, inviando a propria volta ciascuno il testo che proponiamo (od uno vostro, personalizzato) ad associazioni giuridiche, di tutela dei diritti delle minoranze, ambientaliste, e della società civile.
Altresì può essere inviato a Parlamentari, rappresentanti istituzionali di ogni tipo, organi e/ singoli membri della Magistratura o degli Ordini Forensi, oppure a partiti ed associazioni politiche, organi d'informazione e comunicazione sociale.
Buone iniziative
P.s.: fateci sapere la vs. azione intrapresa
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Gli astrofili, ovvero coloro che si dedicano amatorialmente ad osservare il cielo notturno sia ad occhio nudo che mediante strumenti ottici (binocoli, telescopi), sono sempre più impediti nell'esercizio della propria attività (che spesso ha risvolti sociali rilevanti, si pensi alla sorveglianza antiasteroidale che viene quotidianamente svolta in tutto il Mondo da migliaia di persone in maniera del tutto gratuita e completamente spontanea e volontaria; Oppure al valore educativo della divulgazione scientifica svolta in multiformi occasioni da tale particolare categoria di cittadini) dal crescente inquinamento luminoso provocato dalle sorgenti di luce artificiale, e dallo scarso senso civico di vasti strati della popolazione nonché da scarsa sensibilità e considerazione del fenomeno da parte delle istituzioni a ciò preposte (Enti centrali di protezione ambientale, dicasteri dell'energia, enti locali).
Il fenomeno é stato recentemente portato agli onori della cronaca dalla cd "operazione cieli bui" del Governo Monti, nell'ambito della propria cd "spending review".
Purtroppo tale iniziativa - peraltro tesa esclusivamente ad un risparmio economico e non motivata da una reale esigenza di contrastare l'inquinamento luminoso creato dalle società industrializzate - é repetinamente naufragata prima ancora di prendere il largo, ed é stata del tutto abolita dalla Commissione Ambiente (sic!) della Camera dei Deputati, nella sua seduta del 26 ottobre del 2012.
Poniamo allora il quesito, sul quale speriamo nasca un dibattito in tutto il mondo della cultura giuridica e del Diritto, allo scopo di far maturare la consapevolezza della necessità di un articolato ed ominicomprensivo provvedimento legislativo che intervenga a regolare a livello nazionale la materia, introduca nel ns. ordinamento nuovi concetti e nuove prescrizioni in materia concetto di razionalizzazione dell'uso dell'energia e di salvaguardia del Cielo Notturno, nonché riesca ad offrire, agli organi ed alle istituzioni competenti, efficaci strumenti di contrasto dell'inquinamento lminoso, fatto di regole chiare ed univoche, rispondenti alle reali necessità, uniformi su tutto il territorio nazionale e dotate delle opportune misure sanzionatorie.
Gli astrofili invocano e rivendicano il diritto a poter esercitare la propria attività di osservazione del cielo notturno senza ricevere disturbo dall'altrui sorgente di luce, e senza che le fonti d'illuminazione rechino danno a tale partrimonio indisponibile della collettività.
Allo scopo si richiama lo spirito e la sostanza dell'art. 844 CC., laddove, per estensione ed analogia, si prevede che non si possa impedire l'immissione, avuto riguardo alla condizione dei luoghi, ed entro i limiti della "normale tiollerabilità"
Ovvero: si ritiene che un'eventuale fonte di luce, tale da impedire un proficuo utilizzo della strumentazione astronomica (es.: un fanale stradale che inondi di luce una postazione privata utilizzata da un astrofilo per il suo telescopio) possa configurare il superamento di quella soglia di "normale tollerabilità" richiamata dal prefato disposto del Primo Codice.
Nella fattispecie che si adduce a considerazione, una qualsiasi immissione in altrui proprietà di quell'entità fenomenica reale che viene definita "luce", costituirebbe comunque, al di là di qualsiasi soglia di rispetto, una negazione di libera determinazione di un soggetto, che avendo magari anche impegnato ingenti somme di denaro nella propria attrezzatura amatoriale scientifica, si possa trovare a riscontrare che la stessa sia di fatto inutilizzabile, a causa di un'insorta fonte di luminosità diffusa, che schiarendo il buio del fondo cielo, od irrompendo e filtrando all'interno della strumentazione e/o della proprietà, impedisca di godere della visione del cielo profondo, o la renda estremamente disagevole e limitata, tale da non poter più aver libero godimento "de facto" e "sic et simpliciter", "disponibilità" della materiale visione del cielo notturno sopra e/o intorno a sè.
Pertanto poniamo a voi tutti, esperti del Diritto e maestri di Giusprudenza un'interrogativo omnicomprensivo, che riguarda sia la sfera delle tutele del cd "interesse generale" che quello della semplice realtà "singola": la visuale del cielo notturno può esser un bene comune indisponibile, patrimonio dell'Umanità, da tutelare conseguentemente mediante apposito impianto normativo?
Perché non possa validamente sussistere la possibilità di vedere riconosciuto (sia tramite l'art. 844 CC che mediante altro e più calzante concetto e principio giuridico), un Diritto (che rivendichiamo comuque!) del cittadino astrofilo a non esser inondati di luce disturbante le osservazioni astronomiche del cielo notturno, con o senza strumenti?
Non é forse una violenza, sia pur mininale (contro la persona o contro la proprietà, é puramente secondario), il fatto che si venga inondati da un flusso luminoso (che - al pari ad es. dei campi elettromagnetici o delle emissioni ionizzanti - é comunque un fenomeno fisico realmente esistente di fatto, ed ineludibile, le cui eventuali conseguenze ed effetti sull'ambiente e/o sulla materia biologica, la sua fisiologia ed i suoi ritmi, non sono ancora sufficientemente noti, ma nemmeno sufficientemente indagati od esclusi) senza possibilità pratica di difendersi?
Perché un terzo può godere della libertà di irradiare di luce chiunque e qualsiasi cosa, ma l'astrofilo al contrario non ha tutela alcuna ed é costretto a vivere una condizione di totale subordinazione poiché la sua libertà e la possibilità di godere del comune patrimonio "cielo stellato" (mediante e in virtù di propri mezzi, risorse e proprietà) vengono al contrario limitate, conculcalte e rese soggette esclusivamente all'altrui arbitrio?
Nella speranza di riscontrare il Vs. interessamento alla questione, e di averVi al ns. fianco in una battaglia di cività giuridica, sociale, civile e di progresso della coscienza collettiva, porgiamo cordiali saluti ed auguriamo, alla maniera astrofila, cieli sereni a massimo buio!
GRUPPO FACEBOOK "PARCO DELLE STELLE"
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parcodellestelle@yahoo.it