Campagna italiana contro la proliferazione incontrollata dei satelliti artificiali
Il Forum Skylive lancia la campagna “No Tele-sats Proliferations” contro la diffusione incontrollata dei mini-satelliti per telecomunicazioni, chiediamo con forza alle istituzioni internazionali di emanare nuove normative per limitare sia il numero che la luminosità dei satelliti, ed inoltre di non arrecare interferenze ai radiotelescopi.
FIRMA LA PETIZIONE!
https://www.change.org/p/president-of-t ... liferation
Aiutaci anche tu a proteggere il cielo stellato!
Link alla discussione.
viewtopic.php?f=11&t=20325
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Tutorial su M42 di ELETTRORIDER
Moderatori: renard, GALASSIA60, orione56
Tutorial su M42 di ELETTRORIDER
Stefano mi ha chiesto di dare un giudizio sulla sua M42 e dintorni già vista nel suo post. Questa è la mia disanima a dimostrare perchè a parte gli evidenti difetti dell'ottica era una ripresa da non elaborare; so che dispiace ma quando non sussistono le condizioni la ripresa va cestinata
1- importata e trasformata a 32 bit l'immagine grezza in P.I.
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211,47 KB
2- uno stratch SOLO VIDEO denuncia già la fisionomia del gradiente che per luci a terra è feroce e nemmeno assimilabile a un gradiente lineare; una elaborazione seria non può avvenire in queste condizioni perchè quel gradiente non è riprisinabile (riducibile ma non ripristinabile)
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313,24 KB
3- necessario in maniera assoluta un crop sul quadro che io ho posizionato come si vede
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331,52 KB
4- ridotta l'immagine al crop scelto ho applicato uno stretch non lineare necessario per l'estrazione di base dell'informazione; da questo stretch si ottiene la qualità (gradiente a parte) della ripresa prima non rilevabile
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344,74 KB
5- la generazione automatica del background compensation dimostra come l'algoritmo soffra il gradiente feroce; io non sono intervenuto manualmente per le esigenze del tutorial ma poco avrei potuto fare
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469,6 KB
7- l'immagine dopo la compensazione; è visibile in pieno come il fondo a destra viva una proria fase di alterazione nn accettabile
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300,37 KB
8- non bastasse questo l'immagine ha delle dominanti verdi in tutto il fondo cielo tra le strutture dell'idrogeno; è necessario trattare questo verde alla pari di un rumore di fondo ed eliminarlo. L'immagine dopo la depurazione del verde adesso è stabile
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305,24 KB
9- Per quanto detto l'immagine era da cestinare ma a beneficio del tutorial faccio a seguire solo un paio di passaggi senza particolare cura solo per evidenziare la conclusione dei ragionamenti.
Un aumento di dinamica del quadro altrimenti troppo piatto
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350,93 KB
10- creazione della corretta profondità cromatica (quella di Stefano ne suo post è fortemente ridotta) e saturazione. Ovviamente gli ultimi due step se fatti su un'immagine elaborabile richiedono alcuni accorgimenti protettivi e migliorativi di base
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445,98 KB
1- importata e trasformata a 32 bit l'immagine grezza in P.I.
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2- uno stratch SOLO VIDEO denuncia già la fisionomia del gradiente che per luci a terra è feroce e nemmeno assimilabile a un gradiente lineare; una elaborazione seria non può avvenire in queste condizioni perchè quel gradiente non è riprisinabile (riducibile ma non ripristinabile)
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3- necessario in maniera assoluta un crop sul quadro che io ho posizionato come si vede
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4- ridotta l'immagine al crop scelto ho applicato uno stretch non lineare necessario per l'estrazione di base dell'informazione; da questo stretch si ottiene la qualità (gradiente a parte) della ripresa prima non rilevabile
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5- la generazione automatica del background compensation dimostra come l'algoritmo soffra il gradiente feroce; io non sono intervenuto manualmente per le esigenze del tutorial ma poco avrei potuto fare
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7- l'immagine dopo la compensazione; è visibile in pieno come il fondo a destra viva una proria fase di alterazione nn accettabile
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8- non bastasse questo l'immagine ha delle dominanti verdi in tutto il fondo cielo tra le strutture dell'idrogeno; è necessario trattare questo verde alla pari di un rumore di fondo ed eliminarlo. L'immagine dopo la depurazione del verde adesso è stabile
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9- Per quanto detto l'immagine era da cestinare ma a beneficio del tutorial faccio a seguire solo un paio di passaggi senza particolare cura solo per evidenziare la conclusione dei ragionamenti.
Un aumento di dinamica del quadro altrimenti troppo piatto
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10- creazione della corretta profondità cromatica (quella di Stefano ne suo post è fortemente ridotta) e saturazione. Ovviamente gli ultimi due step se fatti su un'immagine elaborabile richiedono alcuni accorgimenti protettivi e migliorativi di base
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- Astrofilo Senior
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Francesco,
Al di là della questione del gradiente di fondo che da quanto hai fatto vedere è il fattore limitante e diciamo in parte invalidante, ho una domanta un po' tecnica (chiedo scusa agli amici del forum per questo): vedo che nell'ultimo passaggio dove hai lavorato sulla dinamica del colore e sulla saturazione hai dato un peso alla Luminanza da ricombinare di 0,14 e una funzione di transfer di 0,2. La mia domanda è: sono questi due valori da considerare eccezionali per via delle condizioni di partenza della foto? Oppure sono valori che tu usi normalmente?
Grazie
Marco
Al di là della questione del gradiente di fondo che da quanto hai fatto vedere è il fattore limitante e diciamo in parte invalidante, ho una domanta un po' tecnica (chiedo scusa agli amici del forum per questo): vedo che nell'ultimo passaggio dove hai lavorato sulla dinamica del colore e sulla saturazione hai dato un peso alla Luminanza da ricombinare di 0,14 e una funzione di transfer di 0,2. La mia domanda è: sono questi due valori da considerare eccezionali per via delle condizioni di partenza della foto? Oppure sono valori che tu usi normalmente?
Grazie
Marco
Grazie per il contributo sempre prezioso. Purtroppo però, per chi fotografa da siti come il mio, i gradienti sono quasi sempre presenti, immagino che non ci si possa fare niente e quindi, o smetto di riprendere, o imparo a conviverci, sapendo in partenza che non andrò mai oltre certi livelli qualitativi.
Roberto
Roberto
- Pite
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Francesco è solo questione di standar, il tuo è alto, il mio un pò meno!!!
Per me una ripresa dsrl di orione che evidenzia già le deboli strutture intorno alle nebulose principali, non è una ripresa da cestinare, anzi! Poi che i gradienti siano forti e richiedano interventi un pò pesantucci è vero, anche se comunque si può fare.
Per me una ripresa dsrl di orione che evidenzia già le deboli strutture intorno alle nebulose principali, non è una ripresa da cestinare, anzi! Poi che i gradienti siano forti e richiedano interventi un pò pesantucci è vero, anche se comunque si può fare.
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- Astrofilo Senior
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- Iscritto il: 09/03/2008, 0:02
- Località: Lombardia
Roberto,
Capisco la tua frustrazione, però da quello che dice Francesco, c'è gradiente e gradiente...Quello evidenziato in questa foto, a quanto sembra, è un caso particolare e quindi un problema serio perché anche una routine molto potente come quella in PI non riesce a elimnarlo completamente.
In molti altri casi - e penso che chi fotografa da siti urbani o sub-urbani sia in queste condizioni - i gradienti ci sono quasi sempre, più o meno accentuati. Però per fortuna molti di questi non sono così invalidanti e si riescono a gestire in fase di elaborazione. Magari non permettono di recuperare i segnali debolissimi, ma comunque l'immagine finale risulta piacevole e ben fatta
Ovviamente la soluzione più bella e più efficace, sarebbe spostare il sito osservativo in una zona migliore e come molti regolarmente fanno, andare in cerca di cieli bui in montagna. Ma non tutti (compreso il sottoscritto) ci riescono o possono per tanti motivi. Tuttavia credo che in molti casi si possano ottenere risultati comunque soddisfacenti (sempre nella consapevolezza dei limiti fisici). Posso citare ad esempio lo stesso Francesco che riprende da Fano, una città piuttosto imporatnte, con un Pentax F/4 che è apertissimo per un cielo inquinato.
Da quello che ho imparato a mie spese in questi mesi ho visto che, per chi si trova in questi siti, non è solo importante concentrarsi sulle zone di cielo meno degradate, ma gioca un ruolo fondamentale il comportamento del set up strumentale e magari occorre cambiarlo o apporatre tutte quelle modifiche che in qualche modo riescano a ridurre il più possibile questi effetti.
Ad esempio quando ho iniziato con l'APO Night-Technology che hai anche tu, quando puntavo alcune zone di cielo, i FIT avevano tutti un gradiente molto fastidioso. Poi ho scoperto che, la ridotta estensione del paraluce e la sua verniciatura interna evidentemente non sufficientemente nera e opaca, quando il tubo era orientato in queste direzioni, creavano riflessioni interne che a loro volta generavano un forte gradiente in una vasta zona del fotogramma. Dopo che ho aggiunto una lunga estensione al paraluce originale fatta di cartoncino di un bel nero opaco, il gradiente è completamente sparito (ne è rimasto un residuo dovuto probabilmente al cielo, ma leggero e di tipo lineare, quindi trattabile in PI).
Oppure occorre lavorare con un campo non molto grande e con strumenti meno aperti (ad esempio quando usavo lo S-C a F/10 con la ST9 non ho mai avuto grossi problemi di gradiente.
Sono solo esempi, e ovviamente sembrano un'arrampicata sui vetri, ma aiutano a non deprimersi troppo. Credo che chi non può spostarsi, prima di alzare bandiera bianca debba analizzare bene tutto il sistema di acquisizione e preparare bene la ripresa, magari selezionando la tecnica più immune a questi probemi (Ha, banda stretta, etc..).
Ciao
Marco
Capisco la tua frustrazione, però da quello che dice Francesco, c'è gradiente e gradiente...Quello evidenziato in questa foto, a quanto sembra, è un caso particolare e quindi un problema serio perché anche una routine molto potente come quella in PI non riesce a elimnarlo completamente.
In molti altri casi - e penso che chi fotografa da siti urbani o sub-urbani sia in queste condizioni - i gradienti ci sono quasi sempre, più o meno accentuati. Però per fortuna molti di questi non sono così invalidanti e si riescono a gestire in fase di elaborazione. Magari non permettono di recuperare i segnali debolissimi, ma comunque l'immagine finale risulta piacevole e ben fatta
Ovviamente la soluzione più bella e più efficace, sarebbe spostare il sito osservativo in una zona migliore e come molti regolarmente fanno, andare in cerca di cieli bui in montagna. Ma non tutti (compreso il sottoscritto) ci riescono o possono per tanti motivi. Tuttavia credo che in molti casi si possano ottenere risultati comunque soddisfacenti (sempre nella consapevolezza dei limiti fisici). Posso citare ad esempio lo stesso Francesco che riprende da Fano, una città piuttosto imporatnte, con un Pentax F/4 che è apertissimo per un cielo inquinato.
Da quello che ho imparato a mie spese in questi mesi ho visto che, per chi si trova in questi siti, non è solo importante concentrarsi sulle zone di cielo meno degradate, ma gioca un ruolo fondamentale il comportamento del set up strumentale e magari occorre cambiarlo o apporatre tutte quelle modifiche che in qualche modo riescano a ridurre il più possibile questi effetti.
Ad esempio quando ho iniziato con l'APO Night-Technology che hai anche tu, quando puntavo alcune zone di cielo, i FIT avevano tutti un gradiente molto fastidioso. Poi ho scoperto che, la ridotta estensione del paraluce e la sua verniciatura interna evidentemente non sufficientemente nera e opaca, quando il tubo era orientato in queste direzioni, creavano riflessioni interne che a loro volta generavano un forte gradiente in una vasta zona del fotogramma. Dopo che ho aggiunto una lunga estensione al paraluce originale fatta di cartoncino di un bel nero opaco, il gradiente è completamente sparito (ne è rimasto un residuo dovuto probabilmente al cielo, ma leggero e di tipo lineare, quindi trattabile in PI).
Oppure occorre lavorare con un campo non molto grande e con strumenti meno aperti (ad esempio quando usavo lo S-C a F/10 con la ST9 non ho mai avuto grossi problemi di gradiente.
Sono solo esempi, e ovviamente sembrano un'arrampicata sui vetri, ma aiutano a non deprimersi troppo. Credo che chi non può spostarsi, prima di alzare bandiera bianca debba analizzare bene tutto il sistema di acquisizione e preparare bene la ripresa, magari selezionando la tecnica più immune a questi probemi (Ha, banda stretta, etc..).
Ciao
Marco
- elettrorider
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Francesco,
ti ringrazio per la tua "consulenza"...comunque mi ritrovo d'accordo con Roberto e Roberto...cioè difficilmente il tuo standard è applicabile alle nostre immagini (e pensa che le peggiori non le posto!!
Marco Angy...anche io ho trovato vantaggio facendo una prolunga del paraluce....ma quanto si può fare lungo il paraluce senza avere problemi sull'immagine!!!!
ti ringrazio per la tua "consulenza"...comunque mi ritrovo d'accordo con Roberto e Roberto...cioè difficilmente il tuo standard è applicabile alle nostre immagini (e pensa che le peggiori non le posto!!
Marco Angy...anche io ho trovato vantaggio facendo una prolunga del paraluce....ma quanto si può fare lungo il paraluce senza avere problemi sull'immagine!!!!
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Stefano, per un qualsiasi rifrattore semplice come nel tuo caso, nel quale la pupilla d'entrata coincide con la lente frontale, la risposta è molto più semplice di quanto tu pensi: se dimensionato correttamente, non c'è un limite oltre al quale si danneggia l'immagine. Puoi farlo lungo quanto vuoi, basta che il suo diametro sia calcolato in funzione della sua lunghezza.
Anzi, compatibilmente con la struttura, più lungo è meglio è.
Per un riflettore, Newton vale più o meno la stessa regola solo che la pupilla d'entrata è lo specchio parabolico in fondo al tubo.
Invece per i telescopi a due specchi come gli SC, i RC, oppure i Mak-Cas il discorso è molto più complesso.
Se poi vuoi avere un paraluce perfetto aggiungi dei diaframmi all'interno, facendo attenzione sempre a non intercettare il fascio ottico.
Se qualcuno è interessato, posso riportare un paio di formulette semplici per il calcolo.
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Ciao
Marco
Anzi, compatibilmente con la struttura, più lungo è meglio è.
Per un riflettore, Newton vale più o meno la stessa regola solo che la pupilla d'entrata è lo specchio parabolico in fondo al tubo.
Invece per i telescopi a due specchi come gli SC, i RC, oppure i Mak-Cas il discorso è molto più complesso.
Se poi vuoi avere un paraluce perfetto aggiungi dei diaframmi all'interno, facendo attenzione sempre a non intercettare il fascio ottico.
Se qualcuno è interessato, posso riportare un paio di formulette semplici per il calcolo.
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- Astrofilo Senior
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Aggiungo che, ovviamente, il paraluce può fare molto contro gradienti generati da luci parassite dirette e loro riflessi (lampioni, fari di automobili, luce riflessa da alberi nelle vicinanze) se i soggetti responsabili di tali luci non sono troppo distanti. Invece non può fare niente contro gradienti dovuti alla luminosità diffusa del cielo e all'IL indiretto (ad esempio la foschia che diffode la luce delle città)....
- elettrorider
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Stefano,
OK. Allora oggi pomeriggio le posto così poi si può discutere.
Purtroppo 600-700 metri è già una distanza considerevole e temo che l'efficacia del paraluce contro queste luci diminuisca significativamente. Infatti il paraluce schermerà senz'altro la eventuale luce diretta che arriva da quelle lampade. Tuttavia, poiché i lampioni generano anche luce diffusa nel cielo (e non dimenticare la luce riflessa dal suolo), a quella distanza sarà inevitabile trovare un gradiente sul CCD. Questo gradiente ovviamente sarà più o meno intenso a seconda delle condizioni dell'atmosfera e andrà via via a diminuire man mano che la zona di cielo inquadrata si allontana da loro. Però è anche vero che normalmente (tranne casi disperati) il gradiente causato dalla luce diffusa nel cielo è più "lineare" e quindi "trattabile" rispetto a quello causato da una luce riflessa direttamente nel telescopio dalla parete interna del paraluce o da un oggetto nelle vicinanze. Questi sono i casi in cui la luce parassita che arriva sul CCD può avere comportamenti strani e fortemente non lineari e quindi il gradiente diventa molto più complicato e a volte può invalidare la ripresa.
Ciao
Marco
OK. Allora oggi pomeriggio le posto così poi si può discutere.
Purtroppo 600-700 metri è già una distanza considerevole e temo che l'efficacia del paraluce contro queste luci diminuisca significativamente. Infatti il paraluce schermerà senz'altro la eventuale luce diretta che arriva da quelle lampade. Tuttavia, poiché i lampioni generano anche luce diffusa nel cielo (e non dimenticare la luce riflessa dal suolo), a quella distanza sarà inevitabile trovare un gradiente sul CCD. Questo gradiente ovviamente sarà più o meno intenso a seconda delle condizioni dell'atmosfera e andrà via via a diminuire man mano che la zona di cielo inquadrata si allontana da loro. Però è anche vero che normalmente (tranne casi disperati) il gradiente causato dalla luce diffusa nel cielo è più "lineare" e quindi "trattabile" rispetto a quello causato da una luce riflessa direttamente nel telescopio dalla parete interna del paraluce o da un oggetto nelle vicinanze. Questi sono i casi in cui la luce parassita che arriva sul CCD può avere comportamenti strani e fortemente non lineari e quindi il gradiente diventa molto più complicato e a volte può invalidare la ripresa.
Ciao
Marco
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Stefano,
Scusandomi ancora per l'ulteriore ritardo ecco qualche formula in prima approssimazione per dimensionare il paraluce aggiuntivo su rifrattori semplic tipo il tuo.
Nota:
1) Le formule sono approssimate, tuttavia in questi casi sono sufficienti per ottenere buoni risultati.
2) Le formule permettono di calcolare il diametro MINIMO del paraluce aggiuntivo, data una certa lunghezza che si vuole utilizzare. Queste formule tengono conto di un campo pari alla diagonale del CCD da non vignettare.
2bis) nella lunghezza X del paraluce non si è tenuto conto ovviamente della parte di paraluce aggiuntivo che normalmente calza sul paraluce originale perché non conta a livello di calcolo
3) Spesso succede che il paraluce originale è già di suo sovradimensionato, perciò si può sovradimensionare anche il paraluce aggiuntivo se si vuole farlo calzare sopra quello originale. Tuttavia nessuno vieta di usare la dimensione minima, purché ben calcolata e il paraluce ben realizzato.
4) se si usano le dimensioni minime allora occorre fare molta attenzione a montare il paraluce aggiuntivo con precisione, pena vignettatura asimmetrica sul CCD.
5) I diaframmi interni, non sono necessari. Tuttavia se vuoi utilizzarli male non fanno, anzi migliorano ulteriormente la capacità di schermo.
Spero sia tutto chiaro.
Ciao
Marco
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Scusandomi ancora per l'ulteriore ritardo ecco qualche formula in prima approssimazione per dimensionare il paraluce aggiuntivo su rifrattori semplic tipo il tuo.
Nota:
1) Le formule sono approssimate, tuttavia in questi casi sono sufficienti per ottenere buoni risultati.
2) Le formule permettono di calcolare il diametro MINIMO del paraluce aggiuntivo, data una certa lunghezza che si vuole utilizzare. Queste formule tengono conto di un campo pari alla diagonale del CCD da non vignettare.
2bis) nella lunghezza X del paraluce non si è tenuto conto ovviamente della parte di paraluce aggiuntivo che normalmente calza sul paraluce originale perché non conta a livello di calcolo
3) Spesso succede che il paraluce originale è già di suo sovradimensionato, perciò si può sovradimensionare anche il paraluce aggiuntivo se si vuole farlo calzare sopra quello originale. Tuttavia nessuno vieta di usare la dimensione minima, purché ben calcolata e il paraluce ben realizzato.
4) se si usano le dimensioni minime allora occorre fare molta attenzione a montare il paraluce aggiuntivo con precisione, pena vignettatura asimmetrica sul CCD.
5) I diaframmi interni, non sono necessari. Tuttavia se vuoi utilizzarli male non fanno, anzi migliorano ulteriormente la capacità di schermo.
Spero sia tutto chiaro.
Ciao
Marco
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- elettrorider
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Marco,
non devi scusarti, anzi ti ringrazio molto!
Molto interessante anche la teoria dei diaframmi, pensavo dovessero essere tutti uguali e non scalati, invece seguono il fascio obliquo della luce.
Non mi resta che trovare del materiale adatto (avevo trovato del materiale ottimo, ma la ditta che lo produceva è fallita...).
Nel week-end vedo di metterci mano...
Grazie ancora,
Stefano.
non devi scusarti, anzi ti ringrazio molto!
Molto interessante anche la teoria dei diaframmi, pensavo dovessero essere tutti uguali e non scalati, invece seguono il fascio obliquo della luce.
Non mi resta che trovare del materiale adatto (avevo trovato del materiale ottimo, ma la ditta che lo produceva è fallita...).
Nel week-end vedo di metterci mano...
Grazie ancora,
Stefano.
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- Astrofilo Senior
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Stefano,
Non c'è di che.
La scalatura dei diaframmi deriva dal concetto di bloccare il più possibile qualsiasi luce parassita attorno al fascio ottico "utile" e cioè quello che garantisce l'illuminazione del CCD, senza ovviamente vignettarlo. Comunque la scalatura che vedi rappresentata è esagerata per far capire il disegno, quando farai i calcoli veri ti accorgerai che la differenza in diametro dei diaframmi è decisamente meno evidente.
Ciao
Marco
Non c'è di che.
La scalatura dei diaframmi deriva dal concetto di bloccare il più possibile qualsiasi luce parassita attorno al fascio ottico "utile" e cioè quello che garantisce l'illuminazione del CCD, senza ovviamente vignettarlo. Comunque la scalatura che vedi rappresentata è esagerata per far capire il disegno, quando farai i calcoli veri ti accorgerai che la differenza in diametro dei diaframmi è decisamente meno evidente.
Ciao
Marco