Campagna italiana contro la proliferazione incontrollata dei satelliti artificiali
Il Forum Skylive lancia la campagna “No Tele-sats Proliferations” contro la diffusione incontrollata dei mini-satelliti per telecomunicazioni, chiediamo con forza alle istituzioni internazionali di emanare nuove normative per limitare sia il numero che la luminosità dei satelliti, ed inoltre di non arrecare interferenze ai radiotelescopi.
FIRMA LA PETIZIONE!
https://www.change.org/p/president-of-t ... liferation
Aiutaci anche tu a proteggere il cielo stellato!
Link alla discussione.
viewtopic.php?f=11&t=20325
Il Forum Skylive lancia la campagna “No Tele-sats Proliferations” contro la diffusione incontrollata dei mini-satelliti per telecomunicazioni, chiediamo con forza alle istituzioni internazionali di emanare nuove normative per limitare sia il numero che la luminosità dei satelliti, ed inoltre di non arrecare interferenze ai radiotelescopi.
FIRMA LA PETIZIONE!
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Il Diritto di essere astrofili
Moderatore: serastrof
Il Diritto di essere astrofili
Il gruppo facebook “Parco delle Stelle” (http://www.facebook.com/event.php?eid=1 ... 4668382395) sta intraprendendo un'iniziativa tesa a suscitare il dibattito fra i giuristi italiani intorno alla condizioni ed ai diritti degli astrofili.
Stiamo inviando una Lettera aperta ai principali siti web e/o associazioni dei giuristi italiani, allo scopo di sensibilizzarli alle ns. tematiche. Ciò, in modo da poter aprire un dibattito, che si spera anche istituzionale, in merito alla necessità di una tutela sia del Cielo Notturno come Bene Comune e Patrimonio dell'Umanità, sia dei singoli astrofili e delle loro postazioni, particolarmente quando esse siano collocate in un contesto urbano.
Proponiamo pertanto a tutti i partecipanti a questo forum di sostenere tale campagna, inviando a propria volta ciascuno il testo che proponiamo (od uno vostro, personalizzato) ad associazioni giuridiche, di tutela dei diritti delle minoranze, ambientaliste, e della società civile.
Altresì può essere inviato a Parlamentari, rappresentanti istituzionali di ogni tipo, organi e/ singoli membri della Magistratura o degli Ordini Forensi, oppure a partiti ed associazioni politiche, organi d'informazione e comunicazione sociale.
Buone iniziative
P.s.: fateci sapere la vs. azione intrapresa
========================
Gli astrofili, ovvero coloro che si dedicano amatorialmente ad osservare il cielo notturno sia ad occhio nudo che mediante strumenti ottici (binocoli, telescopi), sono sempre più impediti nell'esercizio della propria attività (che spesso ha risvolti sociali rilevanti, si pensi alla sorveglianza antiasteroidale che viene quotidianamente svolta in tutto il Mondo da migliaia di persone in maniera del tutto gratuita e completamente spontanea e volontaria; Oppure al valore educativo della divulgazione scientifica svolta in multiformi occasioni da tale particolare categoria di cittadini) dal crescente inquinamento luminoso provocato dalle sorgenti di luce artificiale, e dallo scarso senso civico di vasti strati della popolazione nonché da scarsa sensibilità e considerazione del fenomeno da parte delle istituzioni a ciò preposte (Enti centrali di protezione ambientale, dicasteri dell'energia, enti locali).
Il fenomeno é stato recentemente portato agli onori della cronaca dalla cd "operazione cieli bui" del Governo Monti, nell'ambito della propria cd "spending review".
Purtroppo tale iniziativa - peraltro tesa esclusivamente ad un risparmio economico e non motivata da una reale esigenza di contrastare l'inquinamento luminoso creato dalle società industrializzate - é repetinamente naufragata prima ancora di prendere il largo, ed é stata del tutto abolita dalla Commissione Ambiente (sic!) della Camera dei Deputati, nella sua seduta del 26 ottobre del 2012.
Poniamo allora il quesito, sul quale speriamo nasca un dibattito in tutto il mondo della cultura giuridica e del Diritto, allo scopo di far maturare la consapevolezza della necessità di un articolato ed ominicomprensivo provvedimento legislativo che intervenga a regolare a livello nazionale la materia, introduca nel ns. ordinamento nuovi concetti e nuove prescrizioni in materia concetto di razionalizzazione dell'uso dell'energia e di salvaguardia del Cielo Notturno, nonché riesca ad offrire, agli organi ed alle istituzioni competenti, efficaci strumenti di contrasto dell'inquinamento lminoso, fatto di regole chiare ed univoche, rispondenti alle reali necessità, uniformi su tutto il territorio nazionale e dotate delle opportune misure sanzionatorie.
Gli astrofili invocano e rivendicano il diritto a poter esercitare la propria attività di osservazione del cielo notturno senza ricevere disturbo dall'altrui sorgente di luce, e senza che le fonti d'illuminazione rechino danno a tale partrimonio indisponibile della collettività.
Allo scopo si richiama lo spirito e la sostanza dell'art. 844 CC., laddove, per estensione ed analogia, si prevede che non si possa impedire l'immissione, avuto riguardo alla condizione dei luoghi, ed entro i limiti della "normale tiollerabilità"
Ovvero: si ritiene che un'eventuale fonte di luce, tale da impedire un proficuo utilizzo della strumentazione astronomica (es.: un fanale stradale che inondi di luce una postazione privata utilizzata da un astrofilo per il suo telescopio) possa configurare il superamento di quella soglia di "normale tollerabilità" richiamata dal prefato disposto del Primo Codice.
Nella fattispecie che si adduce a considerazione, una qualsiasi immissione in altrui proprietà di quell'entità fenomenica reale che viene definita "luce", costituirebbe comunque, al di là di qualsiasi soglia di rispetto, una negazione di libera determinazione di un soggetto, che avendo magari anche impegnato ingenti somme di denaro nella propria attrezzatura amatoriale scientifica, si possa trovare a riscontrare che la stessa sia di fatto inutilizzabile, a causa di un'insorta fonte di luminosità diffusa, che schiarendo il buio del fondo cielo, od irrompendo e filtrando all'interno della strumentazione e/o della proprietà, impedisca di godere della visione del cielo profondo, o la renda estremamente disagevole e limitata, tale da non poter più aver libero godimento "de facto" e "sic et simpliciter", "disponibilità" della materiale visione del cielo notturno sopra e/o intorno a sè.
Pertanto poniamo a voi tutti, esperti del Diritto e maestri di Giusprudenza un'interrogativo omnicomprensivo, che riguarda sia la sfera delle tutele del cd "interesse generale" che quello della semplice realtà "singola": la visuale del cielo notturno può esser un bene comune indisponibile, patrimonio dell'Umanità, da tutelare conseguentemente mediante apposito impianto normativo?
Perché non possa validamente sussistere la possibilità di vedere riconosciuto (sia tramite l'art. 844 CC che mediante altro e più calzante concetto e principio giuridico), un Diritto (che rivendichiamo comuque!) del cittadino astrofilo a non esser inondati di luce disturbante le osservazioni astronomiche del cielo notturno, con o senza strumenti?
Non é forse una violenza, sia pur mininale (contro la persona o contro la proprietà, é puramente secondario), il fatto che si venga inondati da un flusso luminoso (che - al pari ad es. dei campi elettromagnetici o delle emissioni ionizzanti - é comunque un fenomeno fisico realmente esistente di fatto, ed ineludibile, le cui eventuali conseguenze ed effetti sull'ambiente e/o sulla materia biologica, la sua fisiologia ed i suoi ritmi, non sono ancora sufficientemente noti, ma nemmeno sufficientemente indagati od esclusi) senza possibilità pratica di difendersi?
Perché un terzo può godere della libertà di irradiare di luce chiunque e qualsiasi cosa, ma l'astrofilo al contrario non ha tutela alcuna ed é costretto a vivere una condizione di totale subordinazione poiché la sua libertà e la possibilità di godere del comune patrimonio "cielo stellato" (mediante e in virtù di propri mezzi, risorse e proprietà) vengono al contrario limitate, conculcalte e rese soggette esclusivamente all'altrui arbitrio?
Nella speranza di riscontrare il Vs. interessamento alla questione, e di averVi al ns. fianco in una battaglia di cività giuridica, sociale, civile e di progresso della coscienza collettiva, porgiamo cordiali saluti ed auguriamo, alla maniera astrofila, cieli sereni a massimo buio!
GRUPPO FACEBOOK "PARCO DELLE STELLE"
http://www.facebook.com/home.php?#!/gro ... 4668382395
parcodellestelle@yahoo.it
Stiamo inviando una Lettera aperta ai principali siti web e/o associazioni dei giuristi italiani, allo scopo di sensibilizzarli alle ns. tematiche. Ciò, in modo da poter aprire un dibattito, che si spera anche istituzionale, in merito alla necessità di una tutela sia del Cielo Notturno come Bene Comune e Patrimonio dell'Umanità, sia dei singoli astrofili e delle loro postazioni, particolarmente quando esse siano collocate in un contesto urbano.
Proponiamo pertanto a tutti i partecipanti a questo forum di sostenere tale campagna, inviando a propria volta ciascuno il testo che proponiamo (od uno vostro, personalizzato) ad associazioni giuridiche, di tutela dei diritti delle minoranze, ambientaliste, e della società civile.
Altresì può essere inviato a Parlamentari, rappresentanti istituzionali di ogni tipo, organi e/ singoli membri della Magistratura o degli Ordini Forensi, oppure a partiti ed associazioni politiche, organi d'informazione e comunicazione sociale.
Buone iniziative
P.s.: fateci sapere la vs. azione intrapresa
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Gli astrofili, ovvero coloro che si dedicano amatorialmente ad osservare il cielo notturno sia ad occhio nudo che mediante strumenti ottici (binocoli, telescopi), sono sempre più impediti nell'esercizio della propria attività (che spesso ha risvolti sociali rilevanti, si pensi alla sorveglianza antiasteroidale che viene quotidianamente svolta in tutto il Mondo da migliaia di persone in maniera del tutto gratuita e completamente spontanea e volontaria; Oppure al valore educativo della divulgazione scientifica svolta in multiformi occasioni da tale particolare categoria di cittadini) dal crescente inquinamento luminoso provocato dalle sorgenti di luce artificiale, e dallo scarso senso civico di vasti strati della popolazione nonché da scarsa sensibilità e considerazione del fenomeno da parte delle istituzioni a ciò preposte (Enti centrali di protezione ambientale, dicasteri dell'energia, enti locali).
Il fenomeno é stato recentemente portato agli onori della cronaca dalla cd "operazione cieli bui" del Governo Monti, nell'ambito della propria cd "spending review".
Purtroppo tale iniziativa - peraltro tesa esclusivamente ad un risparmio economico e non motivata da una reale esigenza di contrastare l'inquinamento luminoso creato dalle società industrializzate - é repetinamente naufragata prima ancora di prendere il largo, ed é stata del tutto abolita dalla Commissione Ambiente (sic!) della Camera dei Deputati, nella sua seduta del 26 ottobre del 2012.
Poniamo allora il quesito, sul quale speriamo nasca un dibattito in tutto il mondo della cultura giuridica e del Diritto, allo scopo di far maturare la consapevolezza della necessità di un articolato ed ominicomprensivo provvedimento legislativo che intervenga a regolare a livello nazionale la materia, introduca nel ns. ordinamento nuovi concetti e nuove prescrizioni in materia concetto di razionalizzazione dell'uso dell'energia e di salvaguardia del Cielo Notturno, nonché riesca ad offrire, agli organi ed alle istituzioni competenti, efficaci strumenti di contrasto dell'inquinamento lminoso, fatto di regole chiare ed univoche, rispondenti alle reali necessità, uniformi su tutto il territorio nazionale e dotate delle opportune misure sanzionatorie.
Gli astrofili invocano e rivendicano il diritto a poter esercitare la propria attività di osservazione del cielo notturno senza ricevere disturbo dall'altrui sorgente di luce, e senza che le fonti d'illuminazione rechino danno a tale partrimonio indisponibile della collettività.
Allo scopo si richiama lo spirito e la sostanza dell'art. 844 CC., laddove, per estensione ed analogia, si prevede che non si possa impedire l'immissione, avuto riguardo alla condizione dei luoghi, ed entro i limiti della "normale tiollerabilità"
Ovvero: si ritiene che un'eventuale fonte di luce, tale da impedire un proficuo utilizzo della strumentazione astronomica (es.: un fanale stradale che inondi di luce una postazione privata utilizzata da un astrofilo per il suo telescopio) possa configurare il superamento di quella soglia di "normale tollerabilità" richiamata dal prefato disposto del Primo Codice.
Nella fattispecie che si adduce a considerazione, una qualsiasi immissione in altrui proprietà di quell'entità fenomenica reale che viene definita "luce", costituirebbe comunque, al di là di qualsiasi soglia di rispetto, una negazione di libera determinazione di un soggetto, che avendo magari anche impegnato ingenti somme di denaro nella propria attrezzatura amatoriale scientifica, si possa trovare a riscontrare che la stessa sia di fatto inutilizzabile, a causa di un'insorta fonte di luminosità diffusa, che schiarendo il buio del fondo cielo, od irrompendo e filtrando all'interno della strumentazione e/o della proprietà, impedisca di godere della visione del cielo profondo, o la renda estremamente disagevole e limitata, tale da non poter più aver libero godimento "de facto" e "sic et simpliciter", "disponibilità" della materiale visione del cielo notturno sopra e/o intorno a sè.
Pertanto poniamo a voi tutti, esperti del Diritto e maestri di Giusprudenza un'interrogativo omnicomprensivo, che riguarda sia la sfera delle tutele del cd "interesse generale" che quello della semplice realtà "singola": la visuale del cielo notturno può esser un bene comune indisponibile, patrimonio dell'Umanità, da tutelare conseguentemente mediante apposito impianto normativo?
Perché non possa validamente sussistere la possibilità di vedere riconosciuto (sia tramite l'art. 844 CC che mediante altro e più calzante concetto e principio giuridico), un Diritto (che rivendichiamo comuque!) del cittadino astrofilo a non esser inondati di luce disturbante le osservazioni astronomiche del cielo notturno, con o senza strumenti?
Non é forse una violenza, sia pur mininale (contro la persona o contro la proprietà, é puramente secondario), il fatto che si venga inondati da un flusso luminoso (che - al pari ad es. dei campi elettromagnetici o delle emissioni ionizzanti - é comunque un fenomeno fisico realmente esistente di fatto, ed ineludibile, le cui eventuali conseguenze ed effetti sull'ambiente e/o sulla materia biologica, la sua fisiologia ed i suoi ritmi, non sono ancora sufficientemente noti, ma nemmeno sufficientemente indagati od esclusi) senza possibilità pratica di difendersi?
Perché un terzo può godere della libertà di irradiare di luce chiunque e qualsiasi cosa, ma l'astrofilo al contrario non ha tutela alcuna ed é costretto a vivere una condizione di totale subordinazione poiché la sua libertà e la possibilità di godere del comune patrimonio "cielo stellato" (mediante e in virtù di propri mezzi, risorse e proprietà) vengono al contrario limitate, conculcalte e rese soggette esclusivamente all'altrui arbitrio?
Nella speranza di riscontrare il Vs. interessamento alla questione, e di averVi al ns. fianco in una battaglia di cività giuridica, sociale, civile e di progresso della coscienza collettiva, porgiamo cordiali saluti ed auguriamo, alla maniera astrofila, cieli sereni a massimo buio!
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- Astrofilo Expert
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- Iscritto il: 04/12/2011, 10:10
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Io ti leggo e ti invidio. Invidio la tua passione e il tuo credo. Invidio il tuo entusiasmo e il tuo spirito ambizioso. Invidio anche la forza con cui Tu Davide cerchi il modo giusto per combattere Golia.
Il tuo non volerti mai arrendere è bello.
Ogni volta che cerco di essere realista, ogni volta che nuovi lampioni inutili appaiono o fari sui cantieri sparati verso l'alto illuminano il cielo e penso che è una lotta inutile, torno a leggere di te e del tuo non volerti perdere d'animo e ritorno a crederci.
Questa estate sono stato in un paesino a pochi km da Barletta (praticamente affianco) e passeggiando in una piazzetta mi sono reso conto che c'erano dei piccoli lampioni che non avevo mai visto in giro.
Erano con una specie di capannina sopra che proteggeva la dispersione di luce e per di piu la indirizzava tutta verso la piazzetta. Ho pensato a te e al commento che avresti fatto nel guardarli.
Mi sono immaginato li che passeggiavo con te e che ti mostravo tutto il mio scetticismo e la mia incredulità su evidenti cambiamenti positivi e nel mentre tu mi facevi notare quei fari e mi convincevi che tutto è possibile.
Non auspico il buio della mauritania, no! cerco di essere realista e no lotterei nemmeno affinchè Comuni che sono già senza fondi nelle casse si adoperino per un rifacimento totale dell'illuminazione ma ho sempre sperato e mi sono sempre augurato che almeno le nuove 167, le nuove zone industriali, i nuovi quartieri che sorgono dal nulla vengano costruiti con impianti di illuminazione a norma.
Io non credo a Monti, a Berlusconi o a Bersani. Non credo nemmeno a Dipietro o a Grillo perchè sono tutti personaggi che sono sostenuti da forti lobby che sarà difficile abbattare. Credo invece nelle giunte comunali, nei singoli consiglieri che sono agganciati ai singoli assessori, che possono intercedere sui sindaci del Comuni medi e piccoli.
Credo che le rivoluzioni si facciano raccogliendo appoggi, raggruppandoli per diventare piu forti. Credo che bisogna sensibilizzare i responsabili all'urbanistica, educarli alla scelta migliore.
Scusa se sono uscito fuori tema o se ti sono sembrato poco partecipe. Lo sono, lo sono ogni volta che vado nel mio osservatorio segreto outdoor a 90 mt di altezza dal livello del mare e vedo in lontananza orizzonti illuminati a giorno. Lo sono.
Ruggiero.
Il tuo non volerti mai arrendere è bello.
Ogni volta che cerco di essere realista, ogni volta che nuovi lampioni inutili appaiono o fari sui cantieri sparati verso l'alto illuminano il cielo e penso che è una lotta inutile, torno a leggere di te e del tuo non volerti perdere d'animo e ritorno a crederci.
Questa estate sono stato in un paesino a pochi km da Barletta (praticamente affianco) e passeggiando in una piazzetta mi sono reso conto che c'erano dei piccoli lampioni che non avevo mai visto in giro.
Erano con una specie di capannina sopra che proteggeva la dispersione di luce e per di piu la indirizzava tutta verso la piazzetta. Ho pensato a te e al commento che avresti fatto nel guardarli.
Mi sono immaginato li che passeggiavo con te e che ti mostravo tutto il mio scetticismo e la mia incredulità su evidenti cambiamenti positivi e nel mentre tu mi facevi notare quei fari e mi convincevi che tutto è possibile.
Non auspico il buio della mauritania, no! cerco di essere realista e no lotterei nemmeno affinchè Comuni che sono già senza fondi nelle casse si adoperino per un rifacimento totale dell'illuminazione ma ho sempre sperato e mi sono sempre augurato che almeno le nuove 167, le nuove zone industriali, i nuovi quartieri che sorgono dal nulla vengano costruiti con impianti di illuminazione a norma.
Io non credo a Monti, a Berlusconi o a Bersani. Non credo nemmeno a Dipietro o a Grillo perchè sono tutti personaggi che sono sostenuti da forti lobby che sarà difficile abbattare. Credo invece nelle giunte comunali, nei singoli consiglieri che sono agganciati ai singoli assessori, che possono intercedere sui sindaci del Comuni medi e piccoli.
Credo che le rivoluzioni si facciano raccogliendo appoggi, raggruppandoli per diventare piu forti. Credo che bisogna sensibilizzare i responsabili all'urbanistica, educarli alla scelta migliore.
Scusa se sono uscito fuori tema o se ti sono sembrato poco partecipe. Lo sono, lo sono ogni volta che vado nel mio osservatorio segreto outdoor a 90 mt di altezza dal livello del mare e vedo in lontananza orizzonti illuminati a giorno. Lo sono.
Ruggiero.
Che meravigliose parole! Ti ringrazio, a nome di tutto il mondo astrofilo (e non solo). No, non lo sei. Nè "out" , nè "off topic". Ci vuole, ne abbiamo tutti bisogno, qualcuno che ogni tanto possa un pochettino "respirare" e pensare.
Ma come Mazzini, dopo il Pensiero, anche l'Azione. Applichiamoci tutti ad analizzare razionalmente lo stato presente, e cerchiamo di usare tutte le leve possibili, anche e soprattutto quelle del Diritto.
Se ce ne sono. Se non ce ne fossero, o non ce ne fossero a sufficienza, allora bisogna impegnarsi, anima e corpo, a scriverle, le nuove leve del Diritto. A pretenderle e farle inventare, se necessario con l'azione diretta nonviolenta, con la disobbedienza civile gandhiana.
Una "marcia del sale" degli astrofili ovviamente al momento é del tutto improponibile, e chissà mai se lo sarà. Ma nemmeno é possibile aspettare in eterno che vi siano quei "tutti" che mai tutti saranno.
Eppure, l'unico gesto serio che dovremmo fare, contro l'IL e per affermare il Diritto dell'umanità al Cielo Buio, é effettivamente una marcia per andare a spegnere quanti più lampioni possibile.
Infatti, se la "marcia del sale" di Gandhi rappresentò il commettere deliberatamente un fatto vietato, in massa, e mediante un preventivo e ben motivato annuncio, per sfidare il potere imperiale inglese e restituire la sovranità sulle risorse del luogo al popolo di quel luogo, ugualmente gli astrofili dovrebbero annunciare che andranno a spegnere tutti i lampioni, quale azione diretta di "satyagraha".
Ma ciò, me ne rendo benissimo conto, é assolutamente fuori discussione, purtroppo, al momento. Il momento é invece maturo, a mio giudizio, per rivendicare ed affermare un Diritto ad Essere Astrofili, il cui primo punto dovrebbe essere quello di concepire e far concepire come vietato l'essere inondati di luce artificiale (anche e soprattutto se "a norma"), quando questa sia sgradita perché impedisce l'osservazione astronomica.
Occorre lavorare sulle attuali leve del Diritto, per verificare se e quali principi adoperare per affermare come Diritto della Persona la possibilità di evitare il disturbo dalla luce altrui.
Un obiettivo realistico e serio, che - come movimento astrofilo (singoli, associazioni, communities, UAI, INAF, CieloBuio, etc...) - ci si può riproporre da scadenzare nell'immediato futuro, a mio giudizio dovrebbe essere l'ottenere od un provvedimento normativo (estremamente improbabile) od una sentenza (un precedente, cioé, e mi pare molto più facile che ciò si verifichi), che riesca a far valido, in Giurisprudenza, il principio di cui sopra, cioé il diritto di un astrofilo a che vengano prese idonee misure, da parte di soggetti sia pubblici che privati, affinché la sua postazione sia salvaguardata dall'invasione di luce artificiale.
========
Se ci pensate, é come il posto auto per handicappati: ormai é normale, accettato e perfino abusato, quasi un privilegio di casta (almeno qui da me, a volte giro per delle buone mezz'ore per parcheggiare, e guardo con vera accidia i numerosi posti auto handicappati che magari anche a tarda serata sono liberi, e tutto lasciano pensare tranne che sia l'handicappato medesimo a stare fuori a quell'ora....).
Ma nessuno si sognerebbe mai - oggi - di alzare la voce contro il principio che debbano esistere dei posti auto riservati a chi sofre di menomazioni o patologie (semmai vanno sicuramente investigati e stanati gli usi impropri, le concessioni facili e "di favore" da parte delle autorità preposte e gli abusi dei soliti furbetti).
Similmente per gli astrofili: bisogna lottare con pensieri ed azioni per affermare la possibilità che ci siano dei "posti auto handicappati" anche per chiunque (con o senza strumenti, professionalmente od amatarialmente) voglia osservare (con una certa frequenza e costanza, s'intende. Potrebbe esser istituito anche un "patentino" do astrofilo praticante!) la volta celeste, e quindi che una certa area geografica, da delimitarsi in prossimità della postazione osservativa (una visuale, un gruppo di palazzine, una strada, un isolato) venga preservata dall'illuminazione artificiale.
Altro esempio che potremmo citare: i radioamatori e le proprie antenne (a volte anche parecchio voluminose, con necessità di piloni di sostegno).
Nei condomini i radioamatori talvolta incontrano difficoltà, ma sono perfettamente autorizzati ad effettuare le proprie installazioni, fermo restando il rispetto di ongi norma vigente e di regole e criteri di buon uso (prevenzione infortuni e di danni a cose/persone, limiti di emissione elettromagnetica, filtrature a norma per evitare interferenze, etc...).
Nessuno oggi si sognerebbe di vietare loro di installare su tetti e terrazze antenne stilo o dipoli mezz'onda, le grandi cubical quad o le larghe yagi-uda, se i radiomatori rispettano tutte le norme. La Legge è con loro, entro certi limiti, e li tutela e li difende. Li vincola, anche, ma consente loro di esercitare.
Agli astrofili nessuno vieta alcunché, chiunque può mettersi in finestra o sul balcone un telescopio o binocolo (salvo la tutela della privacy, s'intende, e sempre che non siano di supporto ad atti illegali...), ma a che serve se poi il loro uso é del tutto inutile quando hai un lampione appena sopra di te, o il frontista ti spara la sua plafoniera a parete o comunque non schermata?
Anche i radioamatori hanno dei limiti per i lobi d'irradiazione, cioé non possono "sparare" il segnale in certe direzioni o verso determinati impianti (ospedali, centri militari, strutture radio/tv o telefoniche, etc...). Anche le stesse emittenti radiotelevisive autorizzate non possono "sparare" il segnale in certe direzioni o con elevati livelli di potenza.
Ed anche se fra di loro ci può essere sempre qualcuno che fa il furbo, esiste un Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze, gestito e controllato da quello che fu il Ministero delle Comunicazioni (ora semplice "dipartimento" del Ministero dell'Economia e dello Sviluppo, puta caso!). Ed altrettanto esistono strutture tecniche di controllo delle radioemissioni, e sono previste sanzioni anche onerose per i trasgressori.
Nel caso degli astrofili, invece, sotto questo punto di vista ancor oggi (nonostante il caotico, confuso e confondente spolverìo di Leggi Regionali e norme d'attuazione sulla materia IL e risparmio energetico), c'é solo la legge della giungla, quella del più forte, quella che consente a ciascuno di fare il porco comodo proprio.
Più esattamente: gli astrofili soggiacciono passivamente alla peggiore delle Leggi esistenti nella comunità umana: quella feroce e "fascistissima" della massa "normale", che tutti e tutto omologa e distrugge, deflora e violenta, ed infine impasta e massifica come in un tritacarne, ed in cui ciascuno fa "come fanno tutti", in realtà senza rispetto per nulla e per nessuno.
Gli astrofili sono infatti soggetti, anzi letteralmente succubi ed apparentemente perfino compiaciuti, ad una Legge fortissima e generalizzata, assolutamente non scritta ma veramente uniforme, rigida, feroce ed inamovibile: quella dell'uomo "medio", che compra liberamente lampioni inquinantissimi e fuori norma (la legge - puta caso - non lo vieta affatto), li monta "liberamente" senza chiedersi nulla, ed accende di tutto e di più senza curarsi (nè esser in alcun modo costretto a farlo) nè del cielo nè degli astrofili.
Non c'é nulla di peggiore dell'uomo medio, fece dire Pier Paolo Pasolini in "La Ricotta" ad Orson Welles che faceva la parte di.. se stesso (cioé un regista che girava un film). In tale film - ricordete - si vede il regista/Welles mentre gira il proprio film esser richiesto di un'intervista da un giornalista di maniera:
“Che cosa ne pensa della società italiana?”
“Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d’Europa”.
(a tale risposta del Welles/regista, Pasolini inscena il banale giornalista rimanere inebetito ed inerte)
“Lei non ha capito niente perché è un uomo medio, è così?”.
“Bhè, sì”.
“Ma lei non sa cos’è un uomo medio: è un mostro, un pericoloso delinquente, conformista, colonialista, razzista, schiavista, qualunquista!”
("La ricotta" - 4° episodio di "Ro.Go.Pa.G.")
Quindi la domanda che pongo agli operatori della Giustizia é: come sviluppare una forma di difesa legale, di resistenza civile, a tale bestiale brutalità? Quali i capisaldi di un'eventuale strategia processuale? Quali princi del Diritto potrebbero esser usati in un'arringa in difesa di un astrofilo inquinato da luce artificiale altrui?
Astrofili di tutto il mondo unitevi.
Ma come Mazzini, dopo il Pensiero, anche l'Azione. Applichiamoci tutti ad analizzare razionalmente lo stato presente, e cerchiamo di usare tutte le leve possibili, anche e soprattutto quelle del Diritto.
Se ce ne sono. Se non ce ne fossero, o non ce ne fossero a sufficienza, allora bisogna impegnarsi, anima e corpo, a scriverle, le nuove leve del Diritto. A pretenderle e farle inventare, se necessario con l'azione diretta nonviolenta, con la disobbedienza civile gandhiana.
Una "marcia del sale" degli astrofili ovviamente al momento é del tutto improponibile, e chissà mai se lo sarà. Ma nemmeno é possibile aspettare in eterno che vi siano quei "tutti" che mai tutti saranno.
Eppure, l'unico gesto serio che dovremmo fare, contro l'IL e per affermare il Diritto dell'umanità al Cielo Buio, é effettivamente una marcia per andare a spegnere quanti più lampioni possibile.
Infatti, se la "marcia del sale" di Gandhi rappresentò il commettere deliberatamente un fatto vietato, in massa, e mediante un preventivo e ben motivato annuncio, per sfidare il potere imperiale inglese e restituire la sovranità sulle risorse del luogo al popolo di quel luogo, ugualmente gli astrofili dovrebbero annunciare che andranno a spegnere tutti i lampioni, quale azione diretta di "satyagraha".
Ma ciò, me ne rendo benissimo conto, é assolutamente fuori discussione, purtroppo, al momento. Il momento é invece maturo, a mio giudizio, per rivendicare ed affermare un Diritto ad Essere Astrofili, il cui primo punto dovrebbe essere quello di concepire e far concepire come vietato l'essere inondati di luce artificiale (anche e soprattutto se "a norma"), quando questa sia sgradita perché impedisce l'osservazione astronomica.
Occorre lavorare sulle attuali leve del Diritto, per verificare se e quali principi adoperare per affermare come Diritto della Persona la possibilità di evitare il disturbo dalla luce altrui.
Un obiettivo realistico e serio, che - come movimento astrofilo (singoli, associazioni, communities, UAI, INAF, CieloBuio, etc...) - ci si può riproporre da scadenzare nell'immediato futuro, a mio giudizio dovrebbe essere l'ottenere od un provvedimento normativo (estremamente improbabile) od una sentenza (un precedente, cioé, e mi pare molto più facile che ciò si verifichi), che riesca a far valido, in Giurisprudenza, il principio di cui sopra, cioé il diritto di un astrofilo a che vengano prese idonee misure, da parte di soggetti sia pubblici che privati, affinché la sua postazione sia salvaguardata dall'invasione di luce artificiale.
========
Se ci pensate, é come il posto auto per handicappati: ormai é normale, accettato e perfino abusato, quasi un privilegio di casta (almeno qui da me, a volte giro per delle buone mezz'ore per parcheggiare, e guardo con vera accidia i numerosi posti auto handicappati che magari anche a tarda serata sono liberi, e tutto lasciano pensare tranne che sia l'handicappato medesimo a stare fuori a quell'ora....).
Ma nessuno si sognerebbe mai - oggi - di alzare la voce contro il principio che debbano esistere dei posti auto riservati a chi sofre di menomazioni o patologie (semmai vanno sicuramente investigati e stanati gli usi impropri, le concessioni facili e "di favore" da parte delle autorità preposte e gli abusi dei soliti furbetti).
Similmente per gli astrofili: bisogna lottare con pensieri ed azioni per affermare la possibilità che ci siano dei "posti auto handicappati" anche per chiunque (con o senza strumenti, professionalmente od amatarialmente) voglia osservare (con una certa frequenza e costanza, s'intende. Potrebbe esser istituito anche un "patentino" do astrofilo praticante!) la volta celeste, e quindi che una certa area geografica, da delimitarsi in prossimità della postazione osservativa (una visuale, un gruppo di palazzine, una strada, un isolato) venga preservata dall'illuminazione artificiale.
Altro esempio che potremmo citare: i radioamatori e le proprie antenne (a volte anche parecchio voluminose, con necessità di piloni di sostegno).
Nei condomini i radioamatori talvolta incontrano difficoltà, ma sono perfettamente autorizzati ad effettuare le proprie installazioni, fermo restando il rispetto di ongi norma vigente e di regole e criteri di buon uso (prevenzione infortuni e di danni a cose/persone, limiti di emissione elettromagnetica, filtrature a norma per evitare interferenze, etc...).
Nessuno oggi si sognerebbe di vietare loro di installare su tetti e terrazze antenne stilo o dipoli mezz'onda, le grandi cubical quad o le larghe yagi-uda, se i radiomatori rispettano tutte le norme. La Legge è con loro, entro certi limiti, e li tutela e li difende. Li vincola, anche, ma consente loro di esercitare.
Agli astrofili nessuno vieta alcunché, chiunque può mettersi in finestra o sul balcone un telescopio o binocolo (salvo la tutela della privacy, s'intende, e sempre che non siano di supporto ad atti illegali...), ma a che serve se poi il loro uso é del tutto inutile quando hai un lampione appena sopra di te, o il frontista ti spara la sua plafoniera a parete o comunque non schermata?
Anche i radioamatori hanno dei limiti per i lobi d'irradiazione, cioé non possono "sparare" il segnale in certe direzioni o verso determinati impianti (ospedali, centri militari, strutture radio/tv o telefoniche, etc...). Anche le stesse emittenti radiotelevisive autorizzate non possono "sparare" il segnale in certe direzioni o con elevati livelli di potenza.
Ed anche se fra di loro ci può essere sempre qualcuno che fa il furbo, esiste un Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze, gestito e controllato da quello che fu il Ministero delle Comunicazioni (ora semplice "dipartimento" del Ministero dell'Economia e dello Sviluppo, puta caso!). Ed altrettanto esistono strutture tecniche di controllo delle radioemissioni, e sono previste sanzioni anche onerose per i trasgressori.
Nel caso degli astrofili, invece, sotto questo punto di vista ancor oggi (nonostante il caotico, confuso e confondente spolverìo di Leggi Regionali e norme d'attuazione sulla materia IL e risparmio energetico), c'é solo la legge della giungla, quella del più forte, quella che consente a ciascuno di fare il porco comodo proprio.
Più esattamente: gli astrofili soggiacciono passivamente alla peggiore delle Leggi esistenti nella comunità umana: quella feroce e "fascistissima" della massa "normale", che tutti e tutto omologa e distrugge, deflora e violenta, ed infine impasta e massifica come in un tritacarne, ed in cui ciascuno fa "come fanno tutti", in realtà senza rispetto per nulla e per nessuno.
Gli astrofili sono infatti soggetti, anzi letteralmente succubi ed apparentemente perfino compiaciuti, ad una Legge fortissima e generalizzata, assolutamente non scritta ma veramente uniforme, rigida, feroce ed inamovibile: quella dell'uomo "medio", che compra liberamente lampioni inquinantissimi e fuori norma (la legge - puta caso - non lo vieta affatto), li monta "liberamente" senza chiedersi nulla, ed accende di tutto e di più senza curarsi (nè esser in alcun modo costretto a farlo) nè del cielo nè degli astrofili.
Non c'é nulla di peggiore dell'uomo medio, fece dire Pier Paolo Pasolini in "La Ricotta" ad Orson Welles che faceva la parte di.. se stesso (cioé un regista che girava un film). In tale film - ricordete - si vede il regista/Welles mentre gira il proprio film esser richiesto di un'intervista da un giornalista di maniera:
“Che cosa ne pensa della società italiana?”
“Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d’Europa”.
(a tale risposta del Welles/regista, Pasolini inscena il banale giornalista rimanere inebetito ed inerte)
“Lei non ha capito niente perché è un uomo medio, è così?”.
“Bhè, sì”.
“Ma lei non sa cos’è un uomo medio: è un mostro, un pericoloso delinquente, conformista, colonialista, razzista, schiavista, qualunquista!”
("La ricotta" - 4° episodio di "Ro.Go.Pa.G.")
Quindi la domanda che pongo agli operatori della Giustizia é: come sviluppare una forma di difesa legale, di resistenza civile, a tale bestiale brutalità? Quali i capisaldi di un'eventuale strategia processuale? Quali princi del Diritto potrebbero esser usati in un'arringa in difesa di un astrofilo inquinato da luce artificiale altrui?
Astrofili di tutto il mondo unitevi.
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Riprendo dalla tua ultima frase.Dal tuo saluto come spunto per una riflessione. "astrofili di tutto il mondo unitevi". Potrà apparire lapalissiana o scontata la mia riflessione ma io penso che l'ostacolo più grande che tutti gli astrofili devono superare,in primis, è la disgregazione del singolo e delle singole associazioni. Quasi da definizione lo stereotipo della figura dell'astrofilo appare come singolo e solitario osservatore del cielo in posti bui silenziosi e isolati. Forse è questo che ci impedisce la nostra marcia del sale, forse è questo che non ci renderà mai fattibile una protesta di massa.
Prova ad immaginare che eco avrebbe se ci fosse comunicazione attiva tra tutte le grandi associazioni e grandi forum per organizzare in tutta italia, in tutti i comuni, in tutte le campagne un gesto di protesta all'unisono. Andrebbe alla ribalta nazionale. Io faccio parte di questo mondo da, precisamente, un anno. Ricordo ancora lo scorso dicembre quando mi iscrissi per chiedere informazioni sul mio primo telescopio ed in quest'anno ho sempre visto te come il mio mentore e la persona a cui chiedere ogni stupida curiosità senza il timore di essere petulante,noioso o stupido e per questo ti ringrazio, ma mio malgrado devo constatare che oltre a te ho "conosciuto" tanta altra gente, tante altre associazioni ed ho verificato che quando in questo mondo ci sono gelosie,antipatie, beghe interne che tutto fanno, tranne che unirci per il bene comune.
Questo lo trovo un peccato perchè secondo me sensibilizzare il cittadino non credo sia molto difficile. Ho partecipato attivamente alla nottata dedicata alla luna di un paio di mesi fa e devo ammettere che è stato bellissimo, nel mio piccolo, insegnare e mostrare la bellezza del cielo ai curiosi che facevano la fila per osservare nei telescopi.
A 7 km da casa mia c'è un convento di frati che hanno un osservatorio con un grosso telescopio che oramai non usano piu da quando 15 anni fa ha aperto un centro commerciale a pochi km da loro. è un vero peccato perchè ho sentito che prima si organizzavano gite scolastiche notturne per osservare in quell'osservatorio.
La nostra debolezza è la mancanza di compattezza.
Ruggiero
Prova ad immaginare che eco avrebbe se ci fosse comunicazione attiva tra tutte le grandi associazioni e grandi forum per organizzare in tutta italia, in tutti i comuni, in tutte le campagne un gesto di protesta all'unisono. Andrebbe alla ribalta nazionale. Io faccio parte di questo mondo da, precisamente, un anno. Ricordo ancora lo scorso dicembre quando mi iscrissi per chiedere informazioni sul mio primo telescopio ed in quest'anno ho sempre visto te come il mio mentore e la persona a cui chiedere ogni stupida curiosità senza il timore di essere petulante,noioso o stupido e per questo ti ringrazio, ma mio malgrado devo constatare che oltre a te ho "conosciuto" tanta altra gente, tante altre associazioni ed ho verificato che quando in questo mondo ci sono gelosie,antipatie, beghe interne che tutto fanno, tranne che unirci per il bene comune.
Questo lo trovo un peccato perchè secondo me sensibilizzare il cittadino non credo sia molto difficile. Ho partecipato attivamente alla nottata dedicata alla luna di un paio di mesi fa e devo ammettere che è stato bellissimo, nel mio piccolo, insegnare e mostrare la bellezza del cielo ai curiosi che facevano la fila per osservare nei telescopi.
A 7 km da casa mia c'è un convento di frati che hanno un osservatorio con un grosso telescopio che oramai non usano piu da quando 15 anni fa ha aperto un centro commerciale a pochi km da loro. è un vero peccato perchè ho sentito che prima si organizzavano gite scolastiche notturne per osservare in quell'osservatorio.
La nostra debolezza è la mancanza di compattezza.
Ruggiero
Veramente la trsmissione "Caterpillar" di RadioDue da anni ormai promuove ed indice la "Festa del Risparmio Energetico", intorno alla metà di febbraio.Messaggio inserito da michelagiacomo
Prova ad immaginare che eco avrebbe se ci fosse comunicazione attiva tra tutte le grandi associazioni e grandi forum per organizzare in tutta italia, in tutti i comuni, in tutte le campagne un gesto di protesta all'unisono. Andrebbe alla ribalta nazionale.
E' un'occasione che gli astrofili non hanno mai saputo sfruttare, o sfruttare a dovere.
Lancio dunque una proposta concreta: la Festa del Risparmio Energetico 2013 dovrà vedere questo Forum protagonista attivo e partecipe, con idonee iniziative sia pubbliche geografiche che mediatiche e virtuali.
La modalità usuale di Caterpillar é raccogliere adesioni per far spegnere un'ora le luci, con collegamenti presso sedi di manifestazioni locali e conduzione in studio con ospiti e/o interviste.
Già fin d'ora, ma soprattutto passate le feste dovremmo - a mio giudizio, lavorare seriamente per tentare di organizzare una nostra compartecipazione con e sullo schema di Caterpillar, mirata al nostro specifico: spegni la luce artificiale, riaccendi il cielo (e la Terra).
Cominciate a pensarci, a costruire proposte e preventivare cosa e chi contattare/fare/portare.
Astrofili di tutto il mondo unitevi
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- Utente
- Messaggi: 41
- Iscritto il: 05/10/2006, 20:58
- Località: Toscana
Tutte queste proposte sono ottime. Più ne facciamo, diverse e numerose, e più abbiamo possibilità di ottenere dei passi avanti nella giusta direzione. Ottima la petizione, ottima l'idea di martellare in momenti particolari come quella della giornata del risparmio energetico
Gioirgio Bianciardi
Vicepresidente UAI
Gioirgio Bianciardi
Vicepresidente UAI
Uhè! Chi si risente! Ciao! bentornato! Evviva! Allora? Dacci notizie della UAI e delle sue iniziative!
E dù paroline in più, nel merito del "logos"? Suggerimenti, consigli, critiche, correzioni?
Potrebbe uscirne fuori un documento da far circolare anche in altri ambiti? (Accademci, convegnistici, scientifici, addetti ai lavori sensibili e succubi anche loro del proprio personale IL urbano? Singoli cittadini/soci/delegazioni/associazioni?)
Che so, un invito ad astrofili che risultino anche professionisti del Diritto, ad intervenire/elaborare/sondare i Codici e le Leggi?
Giornata del risparmio energetico: vogliamo tentare di programmare qualcosina di concreto?
Ed un'assemblea/incontro/stage nazionale UAI sull'IL in Italia?
- Stato della situazione: misura, valutazione e quantificazione; reti sqm, prestito partecipativo, diffusione di conoscenza del fenomeno fra la popolazone;
- origine e cause: produzione, tecnologia e compatibilità d'impresa; beni comuni ed integrità dell'Universo;
- soluzioni: giusta illuminazione, riconversione, interventi sul territorio, incentivi alla messa a norma;
- quadro normativo e possibilità d'evoluzione: direttiva europea, legge quadro nazionale, campagna Unesco cielobuio patrimonio umanità.
Dove lo facciamo, 'sto convegno?
Al nuovo centro congressi di Roma, la Nuvola di Fuksas, che aprirà nel 2013 in un gran fulgore di luci tutte verso il Cielo!!!!!! E' UNA GIGANTESCA BOLLA DI LUCE!
Commissione IL, dove sei?
E dù paroline in più, nel merito del "logos"? Suggerimenti, consigli, critiche, correzioni?
Potrebbe uscirne fuori un documento da far circolare anche in altri ambiti? (Accademci, convegnistici, scientifici, addetti ai lavori sensibili e succubi anche loro del proprio personale IL urbano? Singoli cittadini/soci/delegazioni/associazioni?)
Che so, un invito ad astrofili che risultino anche professionisti del Diritto, ad intervenire/elaborare/sondare i Codici e le Leggi?
Giornata del risparmio energetico: vogliamo tentare di programmare qualcosina di concreto?
Ed un'assemblea/incontro/stage nazionale UAI sull'IL in Italia?
- Stato della situazione: misura, valutazione e quantificazione; reti sqm, prestito partecipativo, diffusione di conoscenza del fenomeno fra la popolazone;
- origine e cause: produzione, tecnologia e compatibilità d'impresa; beni comuni ed integrità dell'Universo;
- soluzioni: giusta illuminazione, riconversione, interventi sul territorio, incentivi alla messa a norma;
- quadro normativo e possibilità d'evoluzione: direttiva europea, legge quadro nazionale, campagna Unesco cielobuio patrimonio umanità.
Dove lo facciamo, 'sto convegno?
Al nuovo centro congressi di Roma, la Nuvola di Fuksas, che aprirà nel 2013 in un gran fulgore di luci tutte verso il Cielo!!!!!! E' UNA GIGANTESCA BOLLA DI LUCE!
Commissione IL, dove sei?
Uhè! Chi si legge! il Monster!!!! Benvenuto nel Forum!!!!
Signore e signori, vi presento la Divulgazione Scientifica Astronomica fatta persona! Niente po' pò di meno che Pierluigi Panunzi! (www.astronomia.com).
Grazie per essere intervenuto, e Ti ringrazio per tutte le considerazioni svolte. Troppo onore, personalmente so di non meritare nemmeno lontanamente il paragone con l'Associazione Salumieri (fondamentale, voi non mangiate forse salumi? E se non ci fossero, come faremmo?).
Ciò nonostante, si pone in ogni caso - a mio giudizio - un problema di proprietà privata (l'odiatissima proprietà privata, che comunque nella maggior parte dei casi corrisponde al minimo vitale di sopravvivenza): perché un altro dovrebbe esser libero, di aver l'arbitrio, di usare a piacimento il suo interruttore, danneggiando me?
Secondo l'art. 844 CC le cd "IMMISSIONI" non possono esser impedite, se non superano la "normale tollerabilità". Ma il Primo Codice é diviso in Titoli, di cui tutto uno, bello grande, dedicato alla (e chiamato) "Della Proprietà" (privata, s'intende). Una buona parte del codice civile, intendo dire, si dedica alla tutela ed alla regolazione della proprietà. Dunque la mia proprietà privata, di astrofilo o di semplice cittadino, é tutelata dalla violazione da parte di terzi, che non possono entrare e far entrare cose od oggetti, nella mia proprietà, se io non voglio.
E se l'oggetto o la cosa che non voglio é la luce del lampione che mi sta di fronte? Perché dovrei esser costretto a lasciarla passare, lasciarla entrare nella mia proprietà solo per la consuetudine che ciò avvenga?
Voi mi direte: basta costruirsi una schermatura...
Perché dovrei costruire io la schermatura, e non il creatore dell'emissione? Perché la sua luce dev'esser per forza lasciata sfuggire al di fuori della sua proprietà? Se la tenesse tutta nella sua di proprietà (sia pubblica, che privata).
E' consuetudine, é abitudine che la luce sfugga oltre la proprietà. Ma non é certo colpa della luce medesima, che per sua natura si propaga liberamente, salvo dove essa é "assorbita".
Orbene, con i dovuti accorgimenti tecnici, con una specifica schermatura, il creatore dell'emissione potrebbe lui evitare di farla propagare al di fuori della sua proprietà. Dove sta scritto che dev'esser per forza il ricevente a schermarsi? E se pure fosse scritto, gli astrofili devono contestare tale legge scritta, poiché li danneggia, viola e limita la loro propria libertà (di essere astrofili).
Rompere lo schema sociale e giuridico dominante in un certo momento storico ed in un dato contesto sociale é innovazione, é catarsi, é progresso, é conquista della Ragione sull'irrazionalità, é scatto di civiltà.
Occorre ridiscutere quindi le leggi non scritte, le consuetudini e le abitudini (la luce sfugge, come fai a bloccarla?), rivendicare l'applicazione di un criterio di IDENTICO DIRITTO, DI PARI DIGNITA', di medesima necessità di tutela da parte della Legge, FRA EMETTITORE (di luce) E RICEVENTE (la luce molesta).
La lotta all'inquinamento luminoso, nel terzo millennio, dopo decenni di leggine regionali e di muro di gomma, dopo decenni di faticossisima racolta e presentazione di denunce che la maggior parte delle volte lasciano il tempo che trovano perché non c'é sanzione, a mio umile giudizio oggi passa soprattutto per il rivendicare (fino a che sia effettivamente accettato, sancito e stabilito) IL DIRITTO AD ESSERE ASTROFILI, IL DIRITTO A NON ESSER INONDATI DI LUCE, IL DIRITTO AD OSSERVARE IL CIELO BUIO DALLA PROPRIA PROPRIETA'.
Occorre saper contemperare le esigenze. Ebbene, richieder la tutela della proprietà privata dalle immissioni altrui, che con acorgimenti idonei dovranno limitarle e contenerle alla propria proprietà, risolverebbe entrambi gli aspetti: chi vuole la luce l'avrà, chi non la vuole, non la riceverà. ENTRAMBI I DIRITTI SARANNO PRESERVATI E TUTELATI, ENTRAMBI I SOGGETTI CONSERVERANNO LA PROPRIA LIBERTA'.
E' un rovesciamento di prospettiva, una nuova concezione dei Diritti, che consente di contemperare tutte le esigenze, di ogni parte in causa, senza comprimerle.
ciò comporta innanzitutto un progresso di civiltà giuridica e sociale, delle nuove forme di obblighi di relazione, fra le persone e nei rapporti sociali, economici e produttivi.
Comporta soprattuto una preliminare valutazione delle conseguenze delle azioni umane e dei loro effetti sull'ambiente circostante, sia dal punto di vista ecologico che umano e sociale.
Astrofili di tutto il mondo unitevi.
Signore e signori, vi presento la Divulgazione Scientifica Astronomica fatta persona! Niente po' pò di meno che Pierluigi Panunzi! (www.astronomia.com).
Grazie per essere intervenuto, e Ti ringrazio per tutte le considerazioni svolte. Troppo onore, personalmente so di non meritare nemmeno lontanamente il paragone con l'Associazione Salumieri (fondamentale, voi non mangiate forse salumi? E se non ci fossero, come faremmo?).
Ciò nonostante, si pone in ogni caso - a mio giudizio - un problema di proprietà privata (l'odiatissima proprietà privata, che comunque nella maggior parte dei casi corrisponde al minimo vitale di sopravvivenza): perché un altro dovrebbe esser libero, di aver l'arbitrio, di usare a piacimento il suo interruttore, danneggiando me?
Secondo l'art. 844 CC le cd "IMMISSIONI" non possono esser impedite, se non superano la "normale tollerabilità". Ma il Primo Codice é diviso in Titoli, di cui tutto uno, bello grande, dedicato alla (e chiamato) "Della Proprietà" (privata, s'intende). Una buona parte del codice civile, intendo dire, si dedica alla tutela ed alla regolazione della proprietà. Dunque la mia proprietà privata, di astrofilo o di semplice cittadino, é tutelata dalla violazione da parte di terzi, che non possono entrare e far entrare cose od oggetti, nella mia proprietà, se io non voglio.
E se l'oggetto o la cosa che non voglio é la luce del lampione che mi sta di fronte? Perché dovrei esser costretto a lasciarla passare, lasciarla entrare nella mia proprietà solo per la consuetudine che ciò avvenga?
Voi mi direte: basta costruirsi una schermatura...
Perché dovrei costruire io la schermatura, e non il creatore dell'emissione? Perché la sua luce dev'esser per forza lasciata sfuggire al di fuori della sua proprietà? Se la tenesse tutta nella sua di proprietà (sia pubblica, che privata).
E' consuetudine, é abitudine che la luce sfugga oltre la proprietà. Ma non é certo colpa della luce medesima, che per sua natura si propaga liberamente, salvo dove essa é "assorbita".
Orbene, con i dovuti accorgimenti tecnici, con una specifica schermatura, il creatore dell'emissione potrebbe lui evitare di farla propagare al di fuori della sua proprietà. Dove sta scritto che dev'esser per forza il ricevente a schermarsi? E se pure fosse scritto, gli astrofili devono contestare tale legge scritta, poiché li danneggia, viola e limita la loro propria libertà (di essere astrofili).
Rompere lo schema sociale e giuridico dominante in un certo momento storico ed in un dato contesto sociale é innovazione, é catarsi, é progresso, é conquista della Ragione sull'irrazionalità, é scatto di civiltà.
Occorre ridiscutere quindi le leggi non scritte, le consuetudini e le abitudini (la luce sfugge, come fai a bloccarla?), rivendicare l'applicazione di un criterio di IDENTICO DIRITTO, DI PARI DIGNITA', di medesima necessità di tutela da parte della Legge, FRA EMETTITORE (di luce) E RICEVENTE (la luce molesta).
La lotta all'inquinamento luminoso, nel terzo millennio, dopo decenni di leggine regionali e di muro di gomma, dopo decenni di faticossisima racolta e presentazione di denunce che la maggior parte delle volte lasciano il tempo che trovano perché non c'é sanzione, a mio umile giudizio oggi passa soprattutto per il rivendicare (fino a che sia effettivamente accettato, sancito e stabilito) IL DIRITTO AD ESSERE ASTROFILI, IL DIRITTO A NON ESSER INONDATI DI LUCE, IL DIRITTO AD OSSERVARE IL CIELO BUIO DALLA PROPRIA PROPRIETA'.
Occorre saper contemperare le esigenze. Ebbene, richieder la tutela della proprietà privata dalle immissioni altrui, che con acorgimenti idonei dovranno limitarle e contenerle alla propria proprietà, risolverebbe entrambi gli aspetti: chi vuole la luce l'avrà, chi non la vuole, non la riceverà. ENTRAMBI I DIRITTI SARANNO PRESERVATI E TUTELATI, ENTRAMBI I SOGGETTI CONSERVERANNO LA PROPRIA LIBERTA'.
E' un rovesciamento di prospettiva, una nuova concezione dei Diritti, che consente di contemperare tutte le esigenze, di ogni parte in causa, senza comprimerle.
ciò comporta innanzitutto un progresso di civiltà giuridica e sociale, delle nuove forme di obblighi di relazione, fra le persone e nei rapporti sociali, economici e produttivi.
Comporta soprattuto una preliminare valutazione delle conseguenze delle azioni umane e dei loro effetti sull'ambiente circostante, sia dal punto di vista ecologico che umano e sociale.
Astrofili di tutto il mondo unitevi.
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- Iscritto il: 18/03/2011, 22:25
- Località: Lazio
No, non sempre. la gente ovviamente ha bisogno della luce artificiale, ma se glielo chiedi espressamente, non troverai nessuno che la voglia diretta verso il cielo, tranne in caso di giochi di luce, illuminazioni di facciate e monumenti, etc...Messaggio inserito da Stefano De C.
è che non è percepito dalla gente comune come un problema il fatto che si siano delle luci che illuminano il cielo
Personalmente, come "Parco delle Stelle", ho sempre trovato favore, accoglienza e riscontro all'idea di tornare a vedere le stelle, di aver un posto dove farlo, che le luci ci siano ma non inquinino.... La vera scienza, il vero progresso, la vera conquista, il vero scatto di crescita, di civilizzazione e di maturità dell'attuale sistema sociale sarà di contemperare l'una e l'altra esigenza.
NON E' IMPOSSIBILE. NIHIL DIFFICILE VOLENTI.
Appunto!(anche se, ultimamente, sto vedendo molti lampioni a norma)
A Roma e nel Lazio, la norma é del 2000, il regolamento di attuazione del 2005. Troppo pochi, ancora, sono i lampioni a norma, soprattutto quelli dei privati. Quanti globi su paletto ci sono in tutta la città? Impossibile contarli. Io ho fatto una stima, in base alla mia strada: 450m (su google earth), 29 lampioni stradali (da solo tre anni a norma, li hanno rifatti tutti) ogni 15 passi circa, su un solo lato), 17 civici, 31 palazzine. All'interno delle aree private, 59 tra lampade e globi (ho contato le singole sorgenti, cioé singole lampadine, non i pali o le plafoniere, e solo quelli effettivamente esterni, escludendo ad es. quelli sotto i portoni et similia). Ma solo 11 di essi a norma o considerabili tali!!!
Finora non sono mai riuscito a calcolare un'ipotetica poiezione sull'intera metropoli.
Una volta, privatamente via mail, Mario Di Sora smentì una mia affermazione che a Roma vi fossero oltre un milioni di sorgenti d'illuminazione esterna, che al massimo avrebbero potuto essere 700.000. E ciò, in base a presunti dati ACEA, per la quale i pali pubblici sarebbero solo 356.000 circa (ma vi sono pali con più sorgenti... In un bollettino ACEA una volta lessi che se avessero dovuto sostituire tutte le lampade di Roma, per smaltirle non sarebbe stata sufficiente Malagrotta....).
Se guardiamo però i nuovi quartieri (la Roma urbanizzata cresce al ritmo di 3-4Kmq al giorno!), e consideriamo la reale estensione geografica dell'intera distesa (immensa! Roma é il Comune - non la metropoli - più grande d'Europa!) della copertura edilizia che si estende anche al di là dei puri confini ammnistrativi del Campidoglio (l'intherland, la città metropolitana, la cintura dei comuni satelliti, etc...), la cifra forse é perfino sottostimata.
Rimane comunque il discorso che alla luce é concesso d'invadere la proprietà privata altrui. Perché?
Bene. Cioè no. Ma siamo qua apposta.
Carissimo PLP, Forum Skylive-UAI-GAC è anche sportello di autodifesa anti inquinamento luminoso.
1) Fai una foto (diurna e notturna) ai fari, cerca di metterne in rilievo le caratteristiche strutturali e l'ampolla di luce. Fornisci anche una prospettiva d'insieme dei luoghi e delle installazioni.
2) Leggi le discussioni in questa stessa sezione, dal titolo: "Lampione Vincente Luna Perdente" (iniziata da LBastro: viewtopic.php?t=15680) ed anche "Consiglio per un esposto" (iniziata da Galassi60: viewtopic.php?t=15713);
3) prova a trarre spunto per la tua situazione, per una lettera/denuncia-esposto alle presumibili Autorità competenti e/o al proprietario delle sorgenti;
4) riparliamone presto qui, che forse anche CieloBuio neoutente del Forum ci darà un consiglio.
Carissimo PLP, Forum Skylive-UAI-GAC è anche sportello di autodifesa anti inquinamento luminoso.
1) Fai una foto (diurna e notturna) ai fari, cerca di metterne in rilievo le caratteristiche strutturali e l'ampolla di luce. Fornisci anche una prospettiva d'insieme dei luoghi e delle installazioni.
2) Leggi le discussioni in questa stessa sezione, dal titolo: "Lampione Vincente Luna Perdente" (iniziata da LBastro: viewtopic.php?t=15680) ed anche "Consiglio per un esposto" (iniziata da Galassi60: viewtopic.php?t=15713);
3) prova a trarre spunto per la tua situazione, per una lettera/denuncia-esposto alle presumibili Autorità competenti e/o al proprietario delle sorgenti;
4) riparliamone presto qui, che forse anche CieloBuio neoutente del Forum ci darà un consiglio.