Campagna italiana contro la proliferazione incontrollata dei satelliti artificiali
Il Forum Skylive lancia la campagna “No Tele-sats Proliferations” contro la diffusione incontrollata dei mini-satelliti per telecomunicazioni, chiediamo con forza alle istituzioni internazionali di emanare nuove normative per limitare sia il numero che la luminosità dei satelliti, ed inoltre di non arrecare interferenze ai radiotelescopi.
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quanti hertz ha questo colore?
Moderatore: fulvio mete
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Messaggio inserito da Mikk
Non sapevo dell'esistenza di questi telaietti che è possibile utilizzare per riprodurre l'esperimento, sarei interessato, puoi farmi vedere quali sono? Grazie Fulvio.
Ciao, guarda un pò qui:
http://www.3bscientific.it/Diaframmi-og ... 3_872.html
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- Astrofilo
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Infatti continuo ad essere dubbioso sul loro utilizzo per l'esperimento suddetto, però se Fulvio l'ha fatto non c'è motivo per non credergli. Sarebbe bello capire esattamente come riprodurlo
Ciao, il segreto è di fare fenditure molto strette e ravvicinate.Non riesco a trovare la piastrina di alluminio usata a suo tempo, ma la rifarò.Intanto si possono usare (penso vadano bene) le fenditure doppie in acetato sul sito che ho segnalato.Ne ordinerò una, poi vi saprò dire.
http://www.3bscientific.it/diaframma-co ... _1048.html
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Ok, tienici aggiornati
Finalmente ho trovato, tra i miei oltre mille ammennicoli, la doppia fenditura di cui parlavo.Era stata ricavata su un pezzo di lastrina alluminata facendovi passare un ago per due volte ad una distanza di ca 1 mm.Applicando il laser verde da 5 mw si vede nettamente il pattern di diffrazione.
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mmm... ci stiamo muovendo un po' fuori dal metodo scientifico... cerchiamo di recuperare un po' di rigore.
Nell'elettromagnetismo classico, l'energia trasportata da un onda dipende dal quadrato dell'ampiezza, e questa ampiezza fa riferimento all'intensità del campo elettromagnetico.
Nella fisica quantistica, l'energia trasportata da un quanto è dipendente dalla frequenza, NON dall'ampiezza (e=hf, con h=costante di Plank).
Pochi Hz non sono quindi affatto "pochi fotoni al secondo". Pochi fotoni al secondi indicano una sorgente luminosa debole, indipendentemente dal colore. Esistono fotoni singoli rossi, così come radio, così come gamma.
La percezione dell'occhio poi è un'altra cosa... il rosso abbaglia meno perchè i nostri recettori sono meno sensibili al rosso... l'infrarosso proprio non lo vediamo, ma un laser a infrarossi è molto più pericoloso: non abbaglia per niente, ma ti cuoce la retina a puntino! Esattamente come ascoltando un ultrasuono molto intenso non si sente nulla, non si ha fastidio al momento, ma dopo ti ronzano le orecchie dome dopo una serata in discoteca..
Chiudendo la parentesi dell'occhio e tornando alla luce in sè, la confusione nasce dal concetto di campo: in fisica classica il campo è una misteriosa proprietà dello spazio, tanto misteriosa da giustificare la congettura pre-relativistica dell'etere luminifero; nella fisica quantistica il campo è la probabilità di trovare, in un punto, la particella mediatrice della forza che consideriamo... ma se stiamo nel campo della fisica quantistica, la particella non oscilla con un ampiezza che è misura del campo, è proprio un altra cosa!
Altra confusione, la dimensione dei fotoni. E' un errore dovuto al disegnino con cui siamo abituati a visualizzare le onde, come onde del mare o come grafico tempo/intensità o spazio/intensità. In realtà può benissimo esserci un fotone radio, con frequenza bassa, che interagisce con gli altri fotoni come se fosse un'onda lunga... pur rimanendo una particella molto molto molto piccola (se non puntiforme comunque dell'ordine della scala di Plank).
Altra confusione, la massa del fotone. L'effetto della gravità sul fotone non ne giustifica la massa... è roba tecnica, ma prendetela per buona: se avesse massa potrebbe esistere un fotone fermo, ma questo va contro l'invarianza della velocità della luce per ogni osservatore. Infatti la gravità non esercita alcuna forza sulla luce (che non accelera nè rallenta mai). La luce devia perchè cerca di percorrere, a velocità costante, la traiettoria più simile possibile alla linea retta in uno spaziotempo che è curvato dalla gravità.
L'Universo non funziona per compartimenti stagni. O, per lo meno, questa è la fede che anima chi cerca una teoria unificata.
Se la cosa non è così certa per relatività e fisica quantistica, sicuramente fisica quantistica ed elettromagnetismo classico non sono affatto due cose distinte, ma l'elettromagnetismo classico è ciò che osserviamo su grande scala ma che è generato da fenomeni quantistici. E' la sua media o, se vogliamo, ne è la semplificazione. Con la onde radio non si parla di fotoni per semplici questioni pratiche (un elettrauto lavora benissimo con la fisica classica), ma questo non significa che sotto sotto, alla base, non si tratti sempre di quanti
Nell'elettromagnetismo classico, l'energia trasportata da un onda dipende dal quadrato dell'ampiezza, e questa ampiezza fa riferimento all'intensità del campo elettromagnetico.
Nella fisica quantistica, l'energia trasportata da un quanto è dipendente dalla frequenza, NON dall'ampiezza (e=hf, con h=costante di Plank).
Pochi Hz non sono quindi affatto "pochi fotoni al secondo". Pochi fotoni al secondi indicano una sorgente luminosa debole, indipendentemente dal colore. Esistono fotoni singoli rossi, così come radio, così come gamma.
La percezione dell'occhio poi è un'altra cosa... il rosso abbaglia meno perchè i nostri recettori sono meno sensibili al rosso... l'infrarosso proprio non lo vediamo, ma un laser a infrarossi è molto più pericoloso: non abbaglia per niente, ma ti cuoce la retina a puntino! Esattamente come ascoltando un ultrasuono molto intenso non si sente nulla, non si ha fastidio al momento, ma dopo ti ronzano le orecchie dome dopo una serata in discoteca..
Chiudendo la parentesi dell'occhio e tornando alla luce in sè, la confusione nasce dal concetto di campo: in fisica classica il campo è una misteriosa proprietà dello spazio, tanto misteriosa da giustificare la congettura pre-relativistica dell'etere luminifero; nella fisica quantistica il campo è la probabilità di trovare, in un punto, la particella mediatrice della forza che consideriamo... ma se stiamo nel campo della fisica quantistica, la particella non oscilla con un ampiezza che è misura del campo, è proprio un altra cosa!
Altra confusione, la dimensione dei fotoni. E' un errore dovuto al disegnino con cui siamo abituati a visualizzare le onde, come onde del mare o come grafico tempo/intensità o spazio/intensità. In realtà può benissimo esserci un fotone radio, con frequenza bassa, che interagisce con gli altri fotoni come se fosse un'onda lunga... pur rimanendo una particella molto molto molto piccola (se non puntiforme comunque dell'ordine della scala di Plank).
Altra confusione, la massa del fotone. L'effetto della gravità sul fotone non ne giustifica la massa... è roba tecnica, ma prendetela per buona: se avesse massa potrebbe esistere un fotone fermo, ma questo va contro l'invarianza della velocità della luce per ogni osservatore. Infatti la gravità non esercita alcuna forza sulla luce (che non accelera nè rallenta mai). La luce devia perchè cerca di percorrere, a velocità costante, la traiettoria più simile possibile alla linea retta in uno spaziotempo che è curvato dalla gravità.
L'Universo non funziona per compartimenti stagni. O, per lo meno, questa è la fede che anima chi cerca una teoria unificata.
Se la cosa non è così certa per relatività e fisica quantistica, sicuramente fisica quantistica ed elettromagnetismo classico non sono affatto due cose distinte, ma l'elettromagnetismo classico è ciò che osserviamo su grande scala ma che è generato da fenomeni quantistici. E' la sua media o, se vogliamo, ne è la semplificazione. Con la onde radio non si parla di fotoni per semplici questioni pratiche (un elettrauto lavora benissimo con la fisica classica), ma questo non significa che sotto sotto, alla base, non si tratti sempre di quanti
There was a time when the newspapers said that only twelve men understood the theory of relativity. I do not believe there ever was such a time. There might have been a time when only one man did, because he was the only guy who caught on, before he wrote his paper. But after people read the paper a lot of people understood the theory of relativity in some way or other, certainly more than twelve. On the other hand, I think I can safely say that nobody understands quantum mechanics.
Grazie Hyperion, veramente interessante e pertinente. Il discorso resta comunque da approfondire, in fondo i concetti che hai espresso sono solamente accennati.
In sostanza, allo stato dell'arte, la comunità scientifica ritiene del tutto risolto il dualismo onda-particella? In che termini? Quali problemi restano aperti? Si pone, oggi, un interrogativo simile?
Nel frattempo, altre due tabelle:
In sostanza, allo stato dell'arte, la comunità scientifica ritiene del tutto risolto il dualismo onda-particella? In che termini? Quali problemi restano aperti? Si pone, oggi, un interrogativo simile?
Nel frattempo, altre due tabelle:
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- Astrofilo Senior
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Il dualismo è del tutto risolto, il problema è che la nostra mente non riesce ad accettarlo.
Probabilmente il motivo è che, quando immaginiamo qualcosa, ricreiamo nella nostra mente ciò che vorremmo percepire con i sensi: immagini, suoni, dimensioni (tocco)... C'è chi è più visivo, chi più cinestesico, ma nessuno è in grado di immaginare come attraverso sensi che non abbiamo. E questo ci frega, perchè vorremmo immaginare qualcosa che non possiamo vedere, toccare o sentire non per limiti dei nostri apparati sensoriali, ma perchè i concetti stessi di visione, vibrazioni, contatto, spazio e tempo sono del tutto diversi.
La matematica ci permette di penetrare attraverso questo "velo di Maya", ma ci fornisce una comprensione astratta, senza la soddisfazione di quell'immediatezza che, forse un po' puerilmente, cerchiamo.
Comunque, per fortuna, a meno che non volessimo progettare sensori per noi va benissimo la visione della luce come semplice onda, all'interno dell'elettromagnetismo classico.
Probabilmente il motivo è che, quando immaginiamo qualcosa, ricreiamo nella nostra mente ciò che vorremmo percepire con i sensi: immagini, suoni, dimensioni (tocco)... C'è chi è più visivo, chi più cinestesico, ma nessuno è in grado di immaginare come attraverso sensi che non abbiamo. E questo ci frega, perchè vorremmo immaginare qualcosa che non possiamo vedere, toccare o sentire non per limiti dei nostri apparati sensoriali, ma perchè i concetti stessi di visione, vibrazioni, contatto, spazio e tempo sono del tutto diversi.
La matematica ci permette di penetrare attraverso questo "velo di Maya", ma ci fornisce una comprensione astratta, senza la soddisfazione di quell'immediatezza che, forse un po' puerilmente, cerchiamo.
Comunque, per fortuna, a meno che non volessimo progettare sensori per noi va benissimo la visione della luce come semplice onda, all'interno dell'elettromagnetismo classico.